Il 19 luglio arriva in 190 paesi su Netflix La casa di Carta 3, il nuovo ciclo di episodi della serie spagnola che, per questa terza parte, si ritrova “promossa”, più grande ed emozionante, data l’entrata nella produzione della piattaforma streaming.
La serie tornerà a raccontarci le avventure di Tokyo, Rio, il Professore, Denver e tutto il resto della banda che ha rapinato la Zecca dello Stato, una banda che si trova sì priva dei molti membri persi in azione, ma che si arricchisce di nuovi elementi misteriosi e affascinanti.
Il cast principale dello show è arrivato oggi a Milano per raccontarci la nuova stagione, portando con sé in anteprima i due primi scoppiettanti episodi di questo nuovo intenso ciclo. Da subito la ricchezza delle location, ma anche la qualità delle riprese ci dice che la serie ha fatto, produttivamente parlando, un grande salto in avanti, pur mantenendo il suo cuore soapoperistico che ne costituisce la principale fortuna.
A raccontare La casa di Carta 3 e l’evoluzione dei protagonisti, sono intervenuti Miguel Herran (Rio), Jaime Lorente (Denver), la new entry Luka Peros (Marsiglia), Ester Acebo (Monica Gatzambide e ora Stoccolma) e Ursula Cobrerò (Tokyo).
Proprio la bellissima e minuta Ursula è la prima a parlare, spiegando che in questa nuova stagione Tokyo attraverserà dei cambiamenti: “L’essenza del personaggio rimane quella, avrà sempre lo stesso fuoco e la stessa vivacità. Ma sarà anche molto più donna, più paziente. Attenzione però a quando si arrabbia, perché sarà più pericolosa.”
Nei primi episodi, il suo personaggio è testimone di uno scambio violento tra Denver e Stoccolma, il cui centro del dibattito finisce per essere l’eterna lotta, quantomai attuale, tra maschilismo e femminismo. In merito a quello scambio e al suo personaggio, Ester Acebo commenta: “In questa nuova stagione, Monica, che adesso è Stoccolma, non è solo una madre, non solo è una moglie, ma anche una donna che prende in mano la sua vita e prende le sue decisioni. Vuole partecipare a questo colpo e ci saranno dei conflitti anche per lei. Il fatto di avere un figlio è una problematica aggiunta, ma lei sa cosa vuole e sa come raggiungerlo.”
E si accoda di nuovo la Cobrerò, che continua: “Non è una serie particolarmente femminista, ma ha dei personaggi femminili molto potenti. Ricordo quando mi hanno passato i primi copioni e sono rimasta sorpresa per il ruolo di primo piano che avevano le donne, anche rispetto a quelli degli uomini, che di solito non si vede nelle fiction. Le donne della Casa di Carta sono donne a 360°, con una loro storia da raccontare, che non si limitano ad accompagnare i personaggi maschili, hanno una loro vita e un loro potere. Sono come le donne della realtà.”
Come a sottolineare la presenza di questi personaggi femminili importantissimi e determinanti, Miguel Herran (Rio) e Jaime Lorente (Denver) convengono che mentre per il primo l’amore è stato fondamentale all’evoluzione del suo personaggio, per il secondo lo mette in una situazione completamente nuova, di ribaltamento. Se nelle prime due stagioni era infatti un figlio, adesso è padre, e dalla sua impreparazione al ruolo deriva il conflitto personale che affronterà nella terza stagione.
Ultimo ad intervenire è Luka Peros, che sarà la new entry, Marsiglia: “Il mio è un personaggio nuovo, è stato coinvolto per aiutare e proteggere la banda. Non voglio rivelare troppo su di lui, ma posso dire che è un personaggio d’azione ma anche misterioso.”
Ma i protagonisti de La Casa di Carta 3 si aspettavano il successo planetario? Sapevano che la loro serie tv sarebbe diventata uno show simbolo anche della resistenza nelle piazze di tutto il mondo?
Cobrerò ed Herran rispondono in coro che l’unico a credere sin da subito che la serie avrebbe avuto un successo mondiale è stato Enrique Arce (Arturo Romàn). “Durante la presentazione della prima stagione, ha detto che se la Spagna non era pronta per la serie, allora il mondo lo era.” Ha raccontato Ursula/Tokyo.
Per quanto riguarda invece l’aspetto della rappresentazione e dell’identificazione con ogni forma di resistenza contro i poteri forti e corrotti, la serie e con essa il popolo di spettatori, ha assunto come simbolo la maschera di Dalì, che dalla prima puntata viene usata dalla banda per coprirsi il volto.
Questo concetto di resistenza è passato fortissimo, soprattutto in Italia, visto che la colonna sonora delle prime due stagioni è Bella ciao, che da noi è la canzone simbolo della resistenza.
A replicare è Luka Peros: “Penso che Bella ciao, considerate le sue origini antifasciste, abbia una sua ragion d’essere, non solo in Italia, ma anche nel mondo in generale, perché le persone sono stufe, delle grandi banche che rubano alle classi meno abbienti. La canzone, poi, ha questa anima, non è una dichiarazione politica, sono semplicemente le persone che voglio vedere questi ladri che rubano ai ricchi. Viviamo in un periodo in cui le persone che hanno in mano la ricchezza del mondo sono pochissime.”
I ladri fuorilegge come novelli Robin Hood, quindi, come viene detto anche nella serie e come piace definirsi anche a loro, i protagonisti de La Casa di Carta 3, che se all’inizio hanno unito i loro sforzi per avidità, adesso si trovano a lavorare insieme spinti da affetto, amicizia e da valori umani importanti.
Insomma, sembra che questa terza parte possa regalare ancora tante emozioni, su scala amplificata, per la gioia dei fan di tutto il mondo. Dal 19 luglio su Netflix, La Casa di Carta 3.