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The Newsroom segna il ritorno sul piccolo schermo del premio Oscar Aaron Sorkin sul canale via cavo HBO. A sollecitare l’interesse mediatico per questa nuova serie è l’argomento, televisione e l’informazione, due cardini dell’industria dell’intrattenimento americano che ha fatto sì che numerosi dei suoi format venissero plagiati in Europa.

 
 

Will McAvoy è un anchorman del noto e famoso programma d’informazione News Night, durante il dibattito all’università Northwestern si estranea dalle parole degli altri due ospiti, una democratica e un repubblicano che litigano sui i noti problemi del paese. Appare stanco e svogliato, ma pronto quando gli si rivolge la parola senza però assumere posizione, quindi, si limita a fare battute divertenti per i ragazzi divertiti della sala. Poi gli annebbiamenti di vista, il respiro affannato e tra il pubblico una donna che lui conosce, è lì oppure è solo una visione? La domanda che gli viene rivolta Perché l’America è il migliore paese del mondo? Will ci pensa guarda di nuovo intorno a sé e rivede quella donna, è molto incerto, è cosciente della risposta ma non sa se dirlo. È forse sarà stata quella donna a scatenare la reazione oppure è l’insistenza del professore?  
La risposta è l’inizio di un piccolo monologo e una sorta di rivelazione e ribellione, decide di cominciare a dire la verità, tramite elenchi e numeri sconcertanti sottolineati dalla sua personale opinione, nelle sue parole comincia a esserci una sorta di rivelazione di come si è giunti a tutta questa cattiva informazione, i colpevoli dell’attuale decadenza della comunicazione sono messi sul banco degli imputati senza problemi sottolineando ancora una volta come si è rovinato il brillante e scomodo giornalismo, quello celebre dell’inchiesta all’americana.
Will McAvoy, è un personaggio difficile da inquadrare dalla prima puntata pilota andata in onda domenica, alcuni metodi iracondi sono un facile paragone mentre invece l’ideologia e la vocazione che si cela su quest’uomo profondamente ferito è una fresca proposta nel panorama dei serial.

La puntata prosegue con una breve vacanza e al suo ritorno scopre che metà dello staff se ne è andato insieme al suo produttore esecutivo, Don. Un intenzione di licenziamento? No, ed è questa la vera novità, l’interno network sposa ogni singola parola che ha avuto quel giorno al dibattito ed il proprio il suo capo, Charlie Skinner, interpretato da Sam Waterston a mettere su il suo nuovo Staff/Cast a partire da un nuove produttore esecutivo MacKenzie McHale, interpretata da Emily Mortimer, è lei la donna che lo ha portato allo sfogo, che è legata in maniera misteriosa al suo passato sentimentale e che è stata assunta per dirigerlo nelle nuove dirette televisive del canale (immaginario) Atlantis Cable News (ACN). Nel cast ci sono anche Maggie Jordan, interpreta da Alison Pill e sarà la produttrice associata, Dev Patel che interpreta Neal della redazione, John Gallagher Jr recita il ruolo di Jim Harper produttore che lavora per MacKenzie. E sono presenti, anche se non si sono viste nella puntata Olivia Munn che interpreta Sloan consulente finanziaria di uno show tutto suo sul network e Jane Fonda nel ruolo di Leona Lansing amministratrice delegata di Atlantis World Media, società di cui è il capo la ACN.

Nonostante i litigi, le recriminazioni e le minacce di Will per questa nuova linea editoriale che non sposa né per contenuti né per collaboratori, spicca l’interpretazione smagliante di Jeff Daniels, e l’inizio della vera puntata, ossia, le notizie che non aspettano nessuno neanche un giornalista popolare e carismatico come lui. È il 20 aprile del 2010 e si hanno le prime informazioni del disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico a 80 km a sud-est di Venice, Louisiana. La piccola news non viene compresa a pieno dalle altre emittenti televisive mentre all’interno del News Night si riuscirà a fare un ora di diretta con le pochissime informazioni che sono rimbalzate da canali ufficiali, fonti anonime e interventi di esperti.

La regia e il montaggio sono di Greg Mottola, camera a mano e tagli un po’ sporchi ma che sottolineano l’eleganza del ritmo di narrazione delle scene più importanti e che lasciano lo spazio alla penna di Sorkin, in cui non mancano le citazioni, i riferimenti come a Quinto Potere, oppure l’omaggio a personalità di spicco, tra cui Walter Cronkite o Edward R. Murrow, oppure opere letterarie il Don Chisciotte di Cervantes. Tutte dichiarazioni che evidenziano i dialoghi ricchi di ideali, intelligenza e complessità attornianti da scenari che non hanno lo scopo di rappresentare la realtà ma di analizzarla. Per questo motivo The Newsroom, è volutamente ambientato qualche anno fa così da poter utilizzare la cronaca realmente accaduta e nota al pubblico per riflettere sugli errori, le carenze e per comprendere il problema giornalismo contemporaneo. 
Basteranno 10 puntate per sviscerare un tema così ampio e vasto? Questa nuova esperienza televisiva sarà premiata dal pubblico e quindi più positiva rispetto a quella che ha avuto Sorkin al NBC?  Nel frattempo accomodiamoci per i 110 minuti di puntata e alla prossima settimana!

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Stefania Buccinnà
Sono un appassionata di Cinema e Serie televisive americane, motivo per cui mi sono iscritta all'università e mi sono laureata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo Digitale presso l'università La Sapienza in Roma dove ho conseguito anche un Master di Primo Livello in Montaggio Video e Audio. Amo costruire strutture per immagini e scrivo per piacere, pensando che le due cose sono molto simili ma con grammatiche diverse. In fondo per me, scrivere una frase è come mettere insieme una scena.