The Newsroom 1X05 – recensione

La nuova puntata di The Newsroom, Amen, è stata diretta da Daniel Minahan ed è incentrata sulla figura del giornalista moderno. Partendo dal 10 febbraio 2011 i temi che vengono riportati nella puntata sono le dimissioni di Mubarak con i disordini di Piazza Tahrir e parallelamente i disordini che coinvolgo il governatore del Wisconsin e la sua proposta di legge con i tagli sui diritti sociali ed economici dei sindacati. Durante queste manifestazioni, in Egitto, il corrispondente di the New Night all’estero Elliot Hirsch viene aggredito e malmenato, subito dopo Kahlid Salim prende il suo posto come freelance ma dopo giorni che non invia notizie alla redazione, questa è in agitazione per quello che sta succedendo al Cairo. Nel frattempo la guerra del Gossip si sposta da Will a MacKenzie creando dei seri problemi al produttore esecutivo dello show ma allo stesso tempo questo articolo gli apre gli occhi riguardo la sua relazione amorosa con il politico Wade. Alla fine della puntata il freelance viene lasciato andare dopo il pagamento del riscatto da parte di Will ed inoltre si viene a scoprire che il prossimo articolo di Nina Howard parla di un precedente in Pakistan di MacKenzie , quindi, Will è disposto a pagarla per farla tacere intaccando così la sua etica ma nell’incontro tra i due, Nina si paragona ad una giornalista e Will tiene un lungo monologo su cosa sia la professione del giornalismo oggi giorno, non paga la tangente e se ne va.

Tutta la puntata gioca su più livelli narrativi, le solite tensioni/attrazioni all’interno della redazione, la “news” del giorno e un parallelismo con il film Rudy. Intrecci già visti con i soliti brillanti dialoghi, ma in generale manca il ritmo interno della storia principale e dell’approfondimento, il che rende tutto un po’ superficiale visto a quello che ci ha abituato Aaron Sorkin nelle quattro puntate precedenti. Una piccola scivolata al giro di boa della prima stagione, ma ci sono ancora altre cinque puntate per recuperare, alla settimana prossima.