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I giornalisti vivono per dare notizie e ci sono alcune che hanno un sapore diverso quando le stai per scrivere o raccontare, questo è quello su cui verte la settima puntata di The Newsroom 5/1.

È il 1 Maggio 2011 durante una retata notturna è stato catturato e ucciso Osama Bin Laden. Il tutto comincia con un filo di tensione, Charlie è al telefono con uno sconosciuto che lo avverte di un imminente notizia che sconvolgerà le prossime ore dell’America e del mondo intero. Quest’ultimo non gli da troppo peso, ma per il resto della festa a casa di Will, che celebra il primo anniversario di “The News Night 2.0”, non fa che guardare l’orologio e il tempo che lo separa dalla notizia. Le prime indiscrezioni sono che il presidente Obama farà un annuncio alla nazione. Il ritmo sale cercando di capire su chi verterà la notizia, Gheddafi, la Libia oppure Bin Laden? In che stanza? Non sarà quella Ovale, lì si danno solo le brutte notizie, è la Sala Est, quindi sarà una buona notizia. Il ritmo cresce arrivano i primi tweet e rimbalzi mediatici di fonti non attendibili, MacKenzie vorrebbe ma la sua etica la frena evitando di seguire la strada di molti network. Nei ritardi e rimandi dell’annuncio del presidente, il solito triangolo Lisa, Maggie e Jim e parallelamente Don, Sloan e Elliot intrappolati su un aereo per dei disguidi aeroportuali. Per tutti c’è la fretta di dare notizia, anche per Will, alticcio per via della festa ma cosciente del momento storico che il paese sta vivendo.

Puntata forte e d’impatto, scomoda poiché sceglie un argomento molto caro agli americani, forse anche un po’ troppo. Poteva essere un buon pretesto per fare spazio al rimpallo mediatico ed invece a un certo punto la tensione è diventata commozione. Sorkin si è soffermato nel descrivere la diffidenza, l’ostilità e la paura che ha lasciato l’11 settembre nei personaggi secondari facendo diversi parallelismi tra forze dell’ordine e staff aeroportuale, la voce di Will a pochi minuti dal collegamento dalla Casa Bianca, riassume in una delle sue magistrali presentazioni quello che lo consegnerà alla storia del giornalismo. Le riprese di Joshua Martson sono da sottolineare nel finale, quando il carrello su Will fa da tendina sull’arrivo del presidente Obama e quando il montaggio di Howard Leader chiude con i titoli di coda mentre le parole del presidente americano seguono l’emozione già introdotta da Will. Puntata importante poiché nonostante tutto tiene ancora in gioco il complotto di Leona e della TMI che vedremo domenica prossima.

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Stefania Buccinnà
Sono un appassionata di Cinema e Serie televisive americane, motivo per cui mi sono iscritta all'università e mi sono laureata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo Digitale presso l'università La Sapienza in Roma dove ho conseguito anche un Master di Primo Livello in Montaggio Video e Audio. Amo costruire strutture per immagini e scrivo per piacere, pensando che le due cose sono molto simili ma con grammatiche diverse. In fondo per me, scrivere una frase è come mettere insieme una scena.