La sesta puntata di The Newsroom s’intitola Bullies ed è incentrata principalmente sull’irascibilità di Will. Quest’ultima sempre più predominante e accentuata anche dal fatto che Will non riesce a dormire e durante una diretta comincia a farfugliare. Deciso a trovare una soluzione va dal suo psicologo, che non vede da quattro anni, per farsi prescrivere delle pillole per il sonno, ma in realtà si troverà di fronte a una vera seduta. La puntata diretta da Jeremy Podewsa, si occupa di riprendere ciò che accade in tempo reale con lo psicologo, andando a scavare nelle motivazioni più profonde che hanno spinto Will fino a questo punto e quello che è successo nei giorni precedenti, in particolare nei giorni del 11 e 12 Aprile 2011. Difatti, proprio in questi giorni Will aggredisce in diretta un professore riguardo le coppie gay e il matrimonio; consequenzialmente riceverà una minaccia di morte che allarmeranno Charlie e Mackenzie che gli fanno avere una guardia del corpo, ma questo non attenua la tensione in Will, anzi, Sloan in dubbio per una sostituzione serale andrà da Will a chiedere consiglio ma quest’ultimo in un momento di nervosismo la spronerà nella direzione sbagliata che metterà a repentaglio la sua carriera e per cui si sentirà responsabile. Oltre alle situazioni a lavoro, c’è sempre il conto aperto con MacKenzie, la loro storia che prometteva l’idillio e lei ha rovinato e su cui Will continua a torturarla costantemente.
Puntata interessante, dal punto di vista delle notizie vengono citati il deficit americano, l’ipotesi della costruzione di una Moschea a Ground Zero, il disastro ambientale di Fukushima. Rob Rosen, come nell’altra puntata, predilige un montaggio alternato con un finale che si lascia andare all’ellissi temporale con le raccomandazioni dello psicologo di Will che fanno da voice over. Sorkin corregge il tiro, in maniera tale che la sesta puntata sia più incisiva della quinta, viene approfondito il personaggio di Will McAvoy a tutto tondo. Infatti, la performance Jeff Daniels emerge in maniera convincente soprattutto nelle sequenze con lo psicologo e con la scena dell’anello di Mackenzie.