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Nel continuo ondeggiare tra il passato di Camelot e il presente di Storybrook, i nostri protagonisti sono costantemente alla ricerca di qualcosa, non importa che siano eroi o malvagi, ognuno persegue il suo obiettivo.

 
 

Mentre Emma (Jennifer Morrison) studia un modo per estrarre Excalibur, David (Josh Dallas) e il suo nuovo amico Artù ( Liam Garrigan)cercano indizi per risolvere il mistero delle sei settimane trascorse dall’arrivo a Camelot.

In proposito gli autori fanno quasi autoironia con una battuta di Mary Margaret (Ginnifer Goodwin) che, nel primo episodio di questa stagione, aveva sottolineato quanto fosse ripetitivo e di conseguenza inefficace riutilizzare lo stesso plot della “memoria cacellata”.

Siege Perilous è il tiolo di questo episodio, che letteralmente significa seggio pericoloso, il tredicesimo posto alla tavola rotonda destinato a colui che avrebbe ritrovato il Santo Graal. Protagonista è quindi il leggendario Re Artù affiancato da un improvvisamente combattivo e determinato David. Interessanti le scene tra i due nuovi buddies, peccato che queste perdano valore in quanto continuamente rimbalzate tra il passato e il presente. L’unica cosa che le distingue sono gli abiti.

Il lato positivo è sicuramente una scossa al personaggio di David, prima il principe di Biancaneve e poi il padre della Salvatrice, ma mai un eroe a sé.

Finalmente in questo episodio vediamo un uomo che decide di mettersi in gioco, fare la differenza. Un po’ è dato dal senso di colpa per l’orribile sorte di sua figlia e un po’ inevitabilmente anche da un certo narcisismo che lo spinge ad uscire dall’ombra di sua moglie.

Dall’altro lato invece c’è Regina (Lana Parrilla), perennemente in conflitto con il suo lato oscuro, che vorrebbe combattere ma che alla fine sa essere parte di lei, nel bene e nel male.

Embrace your darkness” (accetta il tuo lato oscuro) è ciò che il Tremotino tentatore continuava a ripetere ad Emma, solo così potrai avere accesso ai tuoi poteri. Non è altro che una metafora per ribadire il concetto che si cambia davvero solo dopo un faticoso percorso di accettazione, autoconsapevolezza.

Particolarmente riuscita quindi la scena tra Capitan Uncino (Colin O’Donoghue) e l’ormai Oscura Emma. Vengono messi a confronto due personaggi che si trovano ad essere su piani diversi del loro sviluppo emotivo. Mentre il primo è ormai consapevole di sé, delle sue scelte e del suo cambiamento, la seconda si ritrova nel punto più basso della sua vita, senza voler rialzarsi poiché infondo è quello che pensa di meritare.

Anche questa volta però, l’immancabile colpo di scena arriva negli ultimi minuti dell’episodio. Purtroppo l’idea non è male, ma ormai il consueto ribaltamento dei miti e i forzati colpi di scena possono funzionare solo fino ad un certo punto.

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