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Low Self Esteem City. È questo il titolo del quinto episodio della seconda stagione di Orange Is The New Black, che – come spesso e volentieri accade – è copiato e incollato da una battuta dei personaggi. Un costume che come molti altri della serie di punta della Netflix riesce a fidelizzare l’audience e a comunicare il “succo” dell’episodio. Esattamente come l’altro “costume” dell’approfondimento di un personaggio alla volta, incastrato sempre alla perfezione in un meccanismo narrativo che, tra le altre cose, avvicina sempre di più la diabolica Vee al predominio della prigione.

Orange Is The New Black 2x05 (3)La beniamina della puntata odierna è Gloria Mendoza (Selenis Leyva), la regina dei fornelli di Litchfield, ex proprietaria di un supermercato, ex moglie di un tipo manesco e madre di quattro figli. Un passato pensantino, non c’è che dire. La svolta “criminale” della sua vita riguarda una truffa allo Stato attraverso il cambio di buoni pasto (un reato diffuso negli USA). Solito schema, storia nuova, insomma. Dal momento dell’arresto tutto il mondo del personaggio – al solito – è crollato: figli scomparsi (non si sa dove) e negozio distrutto da un incendio, nel quale ha perso la vita anche il violento ex marito. Ne esce fuori il ritratto di una madre devota tradita dalle sue abitudini e dalle sue speranze di redenzione attraverso il “lavoro” e la famiglia, inacidita da uno spiccato senso pratico e avvilita dalla deprecabile e maschilista propensione all’abuso fisico. A fare acqua da tutte la parti è anche la situazione nella prigione. E letteralmente. Le tubature e i servizi sanitari del braccio ispanico, infatti, non versano decisamente nelle migliori condizioni di igiene. Il risultato è un ulteriore pretesto di dissidio tra detenute ispaniche e di colore. Dissidio alimentato, guarda caso, dall’onnipresente Yvonne ‘Vee’ Parker (Lorraine Touissaint), che non manca di coinvolgere anche Gloria nel suo disegno imperialista.

Orange Is The New Black 2x05 (2)Dalla parte “comoda” delle sbarre intanto i secondini agiscono con sempre più influenza nel determinare i destini delle protagoniste. Da un lato Vee, dall’altro l’agente Fisher (Lauren Lapkus) si sta per rivelare il vero nemico delle detenute: decide di intercettare le telefonate delle sue “assistite”, spalleggiato da Caputo (Nick Sandow). I segreti (e che segreti), si sa, corrono nel buio delle celle. E sarebbe meglio non farli venire mai alla luce. La risposta potrebbe essere a dir poco esplosiva. E il conto alla rovescia è ufficialmente cominciato.

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