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outlander-key-art-600Benvenuti nel ventesimo secolo: un secolo duro, spaccato dall’odio e dal dolore e bagnato dal sangue di ben due Guerre Mondiali, ma capace in brevissimo tempo di conquiste straordinarie come la penicillina, la corrente elettrica, o l’inclinazione a restituire alle donne quella libertà di movimento e di pensiero che era stata negata loro fin dalla notte dei tempi: il terzo episodio di Outlander, “The Way Out”, continua a esplorare le difficoltà di Claire nell’adattarsi alla dura vita del 1743, ponendo l’attenzione su temi poco idilliaci come la mancanza dei medicinali più elementari, l’ignoranza portata da ben nutrite credenze popolari e religiose e una crescente diffidenza e superstizione nei confronti delle donne decise a far sentire la propria voce.

 
 

L’episodio si apre con un flashback che vede Claire partire per il fronte promettendo di ritornare dal suo Frank sana e salva: una scena importante, necessaria per aiutarci a comprendere che l’amore fra i due è effettivamente sincero e continuare a reggere il desiderio della protagonista di tornare a casa.

Claire sa però bene che realizzare quest’ambizione è al momento fuori questione: se mai osasse raccontare a qualcuno una verità che persino i suoi contemporanei del 1945 troverebbero ridicola e bizzarra verrebbe presto additata come un’emissaria del diavolo o una strega, forse da quelle stesse persone che pur avendo notato in lei qualcosa di insolito le hanno subito dimostrato amicizia.

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Claire continua così a interpretare la parte di Mrs Beauchamp adattandosi al ruolo, piuttosto infelice dati i mezzi dell’epoca, di guaritrice di Castle Leoch: la sua personalità emerge però in tutta la sua luminosa modernità quando un ragazzo con strani sintomi da avvelenamento viene abbandonato a sé stesso perché ritenuto vittima di una possessione demoniaca. Altrettanto difficile per Claire è restare impassibile di fronte al modo in cui la giustizia viene sommariamente applicata: la vista di un bambino ferocemente punito per furto nella pubblica piazza dovrebbe essere mera abitudine per una donna del XVIII secolo ma non per Claire, ancora straniera a una violenza tanto gratuita nonostante i tanti anni di Guerra alle spalle.

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Con The Way Out Outlander dimostra, almeno per il momento, di puntare tutto sull’atmosfera romantica e i lati più oscuri del contesto storico, costruendo pian piano la tensione fra i personaggi: l’attrazione fra Jamie e Claire è palpabile in ogni singola scena; e anche se la nostra eroina continua a guardare fiduciosa al momento in cui potrà scappare dal castello, non dubitiamo che nel profondo la sua determinazione inizi a vacillare di fronte a questo ragazzo colto, coraggioso e nobile d’animo come pochi altri nel suo tempo.

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Tutto nell’arco dell’episodio funzionerebbe nel migliore dei modi, se non fosse per l’insistenza dell’ormai fastidioso voice over: perché non lasciare che le cartoline delle immagini, le evocative canzoni del folclore scozzese e gli sguardi dolci e speranzosi dei protagonisti parlino da soli? Ne avrebbero non solo i mezzi, ma anche il diritto.

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Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .