Person of interest 1X13 – recensione

    Quando la parola “traditore” lampeggia insistente sullo schermo del computer di Finch, c’è da aspettarsi solo il peggio. Non che i nostri non siano abituati alle situazioni più difficili… e poi ora possono contare su una valida collaboratrice, la detective Carter, che si sta gradualmente abituando ai loro metodi poco ortodossi, forse convincendo se stessa che a volte il fine davvero giustifica i mezzi. Il nuovo caso, comunque, metterà a dura prova la sua pazienza.

    Il numero segnalato dalla Macchina – della quale la detective ignora l’esistenza – appartiene a Scott Powell, padre di famiglia dall’aria innocua che di sicuro avrà qualche segreto da nascondere. Reese e Finch non impiegano molto a scoprire di che si tratta. Powell, infatti, ha perso il lavoro mesi prima, ma non lo ha detto alla moglie: ogni mattina esce fingendo di andare al cantiere, quando in realtà passa il tempo a spulciare gli annunci alla disperata ricerca di un’altra occupazione, e a vendere i pochi oggetti di valore rimastigli per tirare su qualche soldo, visto che il conto in banca è quasi prosciugato. Mentre Reese e Finch si fanno compagnia nei vari appostamenti, la Carter è chiamata ad approfondire le indagini. La fedina penale di Powell è pulita, ma l’uomo ha il porto d’armi e possiede un fucile. Brutto segno.

    Gli indizi cominciano a puntare tutti contro di lui, soprattutto quando Reese e Finch lo vedono entrare alla raccolta fondi per la campagna elettorale di Delancey, l’uomo responsabile – anche se indirettamente – del licenziamento di Powell. Scott sembra andato lì a lavorare, ma Reese a un certo punto lo vede estrarre un fucile da una borsa e gli si getta addosso. Erano solo coriandoli per il gran finale e, se è vero che Powell è innocente, è anche vero che qualcuno lo ha voluto incastrare, perché nel frattempo hanno sparato a Delancey. Il povero disoccupato è l’indiziato numero uno e, quando poco dopo il politico muore, la sua situazione si aggrava. Il reato è federale e l’FBI prende in custodia Powell: a Reese non resta che passare alle maniere forti per liberarlo e tenerlo al sicuro finché le cose non si chiariranno. La Carter dovrà chiudere un occhio e coprirli come meglio può, mentre Finch cerca di capire chi è l’hacker che ha contribuito a rendere perfetta la trappola, creando una serie di prove inconfutabili per la colpevolezza del malcapitato. Trattandosi di politica, Finch ha bisogno di un’esperta in materia: Zoe Morgan, l’affascinante ‘mediatrice’ – vista in un episodio precedente (1X06) – che aveva ammaliato John sin dal primo sguardo.

    Gli aveva anche lasciato il suo numero, ma evidentemente lui non l’ha mai usato. Zoe illumina Finch su tutta una serie di intrighi e piano piano la super-squadra arriverà a districare la matassa. In realtà, la questione dell’hacker non è ancora risolta: sappiamo che è una donna perché vediamo ripetutamente le sue mani che battono sulla tastiera, le unghie laccate di scuro. Finch però questo non lo sa. Sa soltanto che l’hacker conosce il suo nome: lo chiama Harold quando lo contatta via computer per congratularsi con l’ottimo avversario e gli dà appuntamento alla “prossima occasione”. E forse ci sarà un’altra occasione anche per Reese e Zoe, che si lasciano con il solito gioco di sguardi. Lei gli ha chiesto espressamente di essere invitata a bere qualcosa, ma lui ha fatto orecchio da mercante… Mai dire mai.

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    Giuditta Martelli
    Giovane, carina e disoccupata (sta a voi trovare l'intruso). E' la prova vivente che conoscere a memoria Dirty Dancing non esclude conoscere a memoria Kill Bill, tutti e due i Volumi. Tanto che sulla vendetta di Tarantino ci ha scritto la tesi (110 e lode). Alla laurea in Scienze della Comunicazione seguono due master in traduzione per il cinema. Lettrice appassionata e spettatrice incallita: toglietele tutto ma non il cinematografo. E le serie tv. Fra le esperienze lavorative, 6 anni da assistente alla regia in fiction e serie per la televisione (avete presente la Guzzantina in Boris?). Sul set ha imparato che seguire gli attori è come fare la babysitter. Ma se le capita fra le mani Ryan Gosling...