Ray Donovan 1×10 – Recensione

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    Sully cattura Mickey e Linda per portarli fuori Los Angeles e ucciderli, mentre Ray e la sua famiglia vanno all’incontro di Daryll nella palestra di Terry. La serata fornirà a Ray un alibi per l’omicidio ma qualcosa non va come stabilito. Nel frattempo Abby e Terry notano lo strano comportamento di Ray.

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    Dopo una settimana di stop Ray Donovan ritorna con un episodio sceneggiato da Ron Nyswaner e diretto da Dan Minhan; la puntata si apre con i preparativi per l’incontro di pugilato, mentre Ray ricorda i momenti della sua gioventù con Conor (Devon Bagby) tra la boxe e la sua famiglia; e Mickey passa la mattinata ad incoraggiare l’affetto padre-figlio con Daryll (Pooch Hall). La storia apparentemente torna alla faida familiare che coinvolge il padre e il figlio ma lentamente si insinueranno altre vicende che faranno allontanare la tensione rovinando così una puntata dai presupposti interessanti. Il primo elemento di disturbo è Erza (Elliott Gould) che arriva con una borsa piena di soldi per pagare l’omicidio su commissione, dopo che non lo si vedeva da svariate puntate, ribadisce i sentimenti ridondanti su cosa lo lega a Ray e come Mickey sia un intralcio. Di seguito c’è Abby (Paula Malcomson) che cerca di tenersi stretta il marito nel solo modo in cui Ray gli ricorda, con il sesso, mentre in realtà lei non nutre la benché minima fiducia nel marito ed è costantemente sospettosa riguardo quello che fa; cercando di indagare per proprio conto sulle vicende lavorative di Ray. Di seguito si aggiunge l’ennesima parentesi su Bunchy (Dash Mihok), che riconosce il prete da cui subisce violenza e cade in un vortice di disperazione e alcol, che come sempre aggiunge quel tocco di melodramma che nessun altro personaggio potrebbe introdurre ma non ha mai contribuito realmente nelle dinamiche della storia. Infine l’ennesimo elemento di disturbo è il motivo per cui Sully (James Woods) non può uccidere Mickey, non che l’omicidio fosse plausibile a due puntate dalla fine della prima stagione, ma le ragioni sulla ex fidanzata morta di Ray, Colleen, risultano estremamente fragili e poco credibili nel contesto in cui si muovono questi spietati criminali, in cui il potere, i soldi e la famiglia sono l’elemento principale nella costruzione dei personaggi; un piccolo interesse sentimentale non giustifica un ripensamento così importante, mentre invece la minaccia dell’FBI sarebbe stata più giustificata.
    Inoltre si sono aggiunti altri due omicidi in questa puntata, quello di Linda (Rosanna Arquette) che simboleggia ulteriormente come i componenti al di fuori della famiglia non sono ben accetti e non riescono a sopravvivere alle dinamiche dello show. E quello di Sean Walker (Johnathon Schaech) che invece segna una sorta di conclusione con il passato, è stato ha ucciso il vero responsabile dell’omicidio di Colleen e degli anni di carcere di Mickey e potrebbe poortare sotto i riflettori Ray Erza e Lee dato che il famoso attore ricorreva alla loro assistenza.

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    Fite Nine dimostra come lo show non ha ancora sviluppato le premesse iniziali, mancano due episodi alla fine e l’elemento principale della storia è ancora incerto, sebbene siamo ritornati sul conflitto tra Mickey e Ray ci si è soffermati fin troppo sugli aspetti collaterali introducendo numerosi sospensioni narrative. Oppure forzando alcuni risvolti che non rientrano nelle caratteristiche dei personaggi, eliminando quella tensione necessaria che da soli Jon Voight e Liev Schreiber non possono sostenere.