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Ieri sera c’è stata la cerimonia finale del Roma Fiction Fest 2010. Dopo aver seguito il festival era d’obbligo essere presenti alla serata finale, anche perchè, pure per noi ‘giornalisti’ di Cinefilos, dopo tante sudate e sbalzi di temperatura tra umidità amazzonica ed aria condizionata sconsideratamente gelida, un po’ di mondanità ci voleva. Tuttavia con il senno di poi siamo tutti più giudiziosi, e noi non siamo un’eccezione.

 
 

Serata pessima, organizzata male e presentata peggio dalla pur brava Veronica Pivetti che tra gaffe e finte gang ha abbassato ancora di più il tono di una serata che se non fosse stato per i pochi ospiti di rilievo, sarebbe stata completamente da cancellare. Come se non bastasse l’imbarazzante incidente con i fotografi, causato da un passaggio al photocall di Andy Garcia troppo rapido, anche la cerimonia è stata un vero e proprio fallimento: a partire dalla Pivetti che strappa di mano il microfono ad una premiata senza farle fare i ringraziamenti di rito, o che  impacciata davanti all’ospite stranieo non trova di meglio che parlare da sola immaginando che il pubblico si diverta, fino al pubblico stesso, incredibilmente maleducato, sciamante verso l’uscita dopo ogni premio, come se l’unica cosa importante, fosse la passeggiatina sull’Orange Carpet tutti in tiro, in mezzo al classico e discutibile vippame italiano.

Non manca però per fortuna qualche nota positiva, come il premio a Claire Danes per la sua splendida interpretazione di Temple Grandin, in un film davvero coraggioso e di qualità, oppure la presenza di veri ospiti, oltre a quelli internazionali, di casa nostra, come le Signore Mori e Lisi, splendide donne di spettacolo, oppure la coppia Preziosi-Puccini, distinti e bellissimi oltre che bravi e amati dal pubblico. Oltre a questo, poche le cose da salvare, tra tutte sicuramente gli unici momenti di ilarità regalatici da Emilio Solfrizzi, premiato dal pubblico per Mi Ricordo di Anna Frank, e sicuramente l’Orchestra che ha accompagnato la serata con la riproposizione della grandi colonne sonore di serie tv più amate di sempre.

Non resta che sperare, ora, in una V edizione più ordinata, augurandici di non trovarci a dire sempre le stesse, purtroppo, scomode verità quando la fiction internazionale e quella italiana vengono messe a confronto.

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