supergirl
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Volge al termine la seconda stagione di Supergirl, con l’episodio 2×22 intitolato Nevertheless, She Persisted. La grande rivelazione avvenuta sul finale ci rimanda a numerosi interrogativi ma, nonostante questo, l’episodio è ben distinto in due tematiche differenti e purtroppo percepibili: narrazione e messa in scena hanno un contrasto elevato tra loro, carente nel primo caso e di alto livello nel secondo.

 
 

Non è ben chiaro il perché la Kryptonite argentata abbia reso Superman (Tyler Hoechlin) così ostile nei confronti della cugina, Kara (Melissa Benoist), inducendolo ad allucinazioni talmente potenti da portare a quel primo scontro nell’inizio di episodio. Il punto di forza sta nella messa in scena, gli effetti digitali sono sublimi, uno scontro su terra e in cielo con i controfiocchi. The CW dimostra ancora una volta la cura che ha per i dettagli, mentre la scrittura – purtroppo – in alcuni casi lascia sin troppo a desiderare. Com’è possibile che il dispositivo che sparge il piombo nell’atmosfera, costringendo i Daxamiti alla fuga, sia così piccolo? Pochi centimetri in scatola bastano a eliminare un intero mondo extraterrestre? Lena (Katie McGrath) si affida di nuovo alla madre, finendo la sua stagione così, in maniera insipida. Ci aspettavamo tutti una svolta per questo personaggio, svolta che non è avvenuta, anzi. La lasciano lì, a metà tra il bene e il male, senza farle prendere posizione. Dopo aver seminato una intera stagione la sua ribalta. Mon-El (Chris Wood) invece ha la peggio: nonostante Kara riesca a battere sua madre nel duello al singolar tenzone, è costretto ad abbandonare il pianeta per via della contaminazione da piombo – chiudendo così un circolo vizioso troppo spesso visto in materia di supereroi: sono sempre i più forti a dover sacrificare qualcosa della propria vita per salvare il genere umano.

Due personaggi, in tutta la stagione di Supergirl, hanno portato avanti lo show a testa alta: Melissa Benoist e Calista Flockhart. La nostra Cat, dopo la prematura uscita dallo show a inizio stagione, riscuote un successo planetario anche solo nell’ultimo paio di episodi, rialzando il livello di una stagione controversa e a tratti scadente. Come lei, la giovane Melissa Benoist, mette in gioco tutte le sue competenze attoriali per dare a Supergirl una sorta di umanità che anche in altri casi abbiamo decantato – perché si è allontanata spesso dallo stereotipo di femminista, rimettendo questa decisione a chi guarda e come, guarda. La tematica del potere femminile è, come ovvio, ricorrente in tutta la seconda stagione di Supergirl – solo che in questo Season Finale è fin troppo marcato. Evidente. Rischia di scadere in stereotipo e non è del tutto giusto – visti gli sforzi dei protagonisti di sembrare sempre e comunque uomini e donne, prima che supereroi. L’appuntamento è per la prossima stagione, con (forse, ndr) uno dei più grandi villain della storia di Krypton.

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