Il trailer ufficiale, pubblicato lo scorso maggio sul sito della NBC, non sembrava lasciare dubbi: “The Michael J. Fox Show” sarebbe stato uno spasso. E le aspettative non sono state deluse, a giudicare dalla puntata pilota trasmessa ieri sera in anteprima internazionale al Roma Fiction Fest.
Abilmente sceneggiata da Sam Laybourne, la tv comedy scritta per la Sony segna il ritorno di Michael J. Fox sul piccolo schermo dopo 13 anni di inattività. L’attore, che negli anni 80 divenne famoso con l’intramontabile saga di “Ritorno al futuro” firmata da Zemeckis, si ritirò nel 2000, causa l’aggravarsi della malattia che lo colpì nel lontano ‘91.
Un ritorno coi fiocchi, come suggeriscono i primi dati sugli ascolti in patria, dove la sit-com viene trasmessa ormai da una settimana. Fox qui veste i panni di Mike Henry, un amato e popolare conduttore televisivo newyorkese che 5 anni prima, scoperto di essere affetto dal Parkinson, abbandonò il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Una scelta che non sembra più essere condivisa dalla fedele moglie Annie (Betsy Brandt), ne tantomeno dai figli adolescenti Ian e Eve (Conor Romero e Juliette Goglia), cui si accoda indifferente il più piccolo Graham (Jack Gore). Stanchi delle “battaglie di foglie” e della raccolta delle mele che Mike costantemente propone ai suoi cari, nonché dei suoi disperati tentativi di farli mangiare tutti riuniti attorno ad una tavola, Annie e i figli organizzano un incontro “casuale” con l’ex capo Harris (Wendell Pierce).
Il piano darà i suoi frutti: dopo i primi tentennamenti, Mike decide di tornare a lavorare come anchorman, seguito dalla nuova co-produttrice di redazione Kay (divertentissima l’interpretazione di Ana Nogueira), che si rivela una sua fan sfegatata e scoppia in lacrime al primo incontro.
Tra la prosperosa sorella Leigh (Katie Finneran), sempre alla ricerca di nuove cure di bellezza sulla soglia dei 30, le inevitabili gag domestiche legate alla malattia del protagonista (vedi la scena dei poliziotti che piombano in casa), e le velleità informatiche del maggiore Ian (vuole fare concorrenza a Google inventando un nuovo motore di ricerca), il Parkinson diventa semplicemente un altro ingrediente della loro vita famigliare.
Michael J. Fox è bravo, ammirevole nella sua capacità di calarsi in un ruolo tanto autobiografico, e lo fa con una spensieratezza che difficilmente ci si potrebbe aspettare, una sorta di “umorismo macabro”, come lo stesso attore lo aveva definito in un’intervista. Il rapporto con la moglie, la graziosa Betsy Brandt, è ritratto in maniera ironica e reale, scevro da eccessivi romanticismi. Anche i ragazzi se la cavano più che bene, e Juliette Goglia è perfetta nel ruolo dell’adolescente sfrontata e un po’ furbetta.
Ottimi i tempi comici e la qualità delle battute, in una sit-com corale in cui la risata (ma quella intelligente) è garantita.