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Will si auto-nomina “il direttore della morale” della redazione di News Night, tutti sono ancora fortemente provati per le conseguenze del caso Genoa. Ma il notiziario deve affrontare una delle notti più lunghe, le Elezioni Presidenziali Americane del 2012 e mentre Charlie chiede a Reese di licenziarlo insieme a Will e Mac, quest’ultima è emotivamente instabile e fragile.

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Dopo una settimana di stop, The Newsroom ritorna con una puntata sceneggiata da Aaron Sorkin e diretta da Jason Ensler, un episodio decisamente leggero rispetto a quelli a cui siamo stati abituati dall’inizio della stagione. Vengono testate le emozioni dei personaggi di conseguenza al rifiuto di Leona (Jane Fonda) di licenziare tutti i vertici del network. Attraverso le parole di Jim (John Gallagher Jr.) appuriamo che questa sua decisione è dovuta a un certo senso dell’onore e dell’orgoglio da parte del CEO della ACN che non è intenzionata a cambiare idea nonostante tutti le chiedono di dimettere l’intero staff. E dopo un breve dialogo tra Will (Jeff Daniels), Charlie (Sam Waterston) e Rebecca (Marcia Gay Harden), il resto della puntata mostra quali sono gli stati d’animo generali. E se da una parte Jim si mostra confuso tanto da scambiare le sigle del Michigan con quelle del Mississipi creando un errore nelle grafiche degli exit poll, Don (Thomas Sadoski) ritorna sicuro nel suo ruolo di producer ed ha per le mani una storia che Meggie (Alison Pill) ritiene interessante come elemento collaterale alle elezioni, ma la paura e la prudenza frenano entrambi con numerosi dubbi sulla veridicità della storia, ormai sembra che il network sia il bersaglio di notizie poco veritiere. L’unico personaggio che affronta la “sconfitta giornalistica” è MacKenzie (Emily Mortimer) per la prima volta in tutta la serie la vediamo spenta, demotivata e insicura. L’unica certezza che vorrebbe è quella che Will gli nega da sei anni, una riappacificazione tra i due a cui lui non sembra essere ancora pronto.
La puntata non introduce molte novità narrative, è piuttosto frivola, il ritmo e la frenesia per i preparativi delle elezioni sono molto teatrali, per come vediamo essere impostati sia la preparazione che l’inizio della diretta. La sceneggiatura ha molti punti in cui lo scopo è sorridere o ridere mostrando così i tempi comici di questi personaggi per lo più seriosi, la migliore tra tutti è Sloan (Olivia Munn) con il caso del libro e Don con lo “scontro” con Rebecca.
Come dice Will in questa puntata c’è solo da dirigere “tutto questo traffico” poiché tutti sono in attesa che le accuse vengano depositate; gli unici guizzi di una velata polemica arrivano dal monologo di Charlie sul peso e la rilevanza delle elezioni americane nel resto del mondo, nonché la politica “informativa” di wikipedia che urta Mackenzie. L’unico vero scossone che turba i giornalisti, è l’ennesimo tentativo di depistaggio per sabotare la redazione e il suo intento di civilizzazione, che sarà la miccia che accende gli animi di Will e Mac e che alzano l’aspettativa per la prossima puntata del finale di stagione.

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Election Day – Part I è intrisa di sentimenti, i numerosi sensi di colpa dei personaggi vengono inquadrati con ironia, ma ciò che effettivamente emerge è come la redazione è intenzionata a dimettersi per fare la cosa giusta in nome del “giornalismo” senza contemplare l’ipotesi di Leona, ossia trovare una soluzione per riprendersi la fiducia del telespettatore.

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