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In The Walking Dead 3×16 nessuno è al sicuro. Le vite di tutti sono in bilico e un filo di vento può farle precipitare, col rischio di perdere personaggi fin qui importanti. Queste erano le premesse che anticipavano l’ultima puntata di stagione. Ci si aspettavano zombie, sangue e morte e non siamo stati delusi.

 
 

Lo scontro è alle porte. Prima però a Woodbury deve consumarsi una resa dei conti interna che era stata solo rimandata. Andrea è ancora prigioniera nell’antro delle torture e Milton, scoperto il giochetto da piromane di non morti, dovrà affrontare l’ira del Governatore, sempre meno controllato nelle sue reazioni. Alla prigione Rick e i suoi sono pronti. Daryl ha rapidamente superato il dolore per la perdita del fratello, sconvolgente, come lo era stata a suo tempo quella della piccola Sophia. Perché veder morire i propri cari è doloroso, ritrovarseli faccia a faccia tramutati in non morti è straziante, disumano, orrendo. Forse per questo, come Rick aveva completamente mutilato il ventre della Lori-zombie, Daryl si era affrettato a cancellare il volto di Merle da quel corpo putrefatto, cercando di eliminare quell’ultima immagine del fratello anche dai ricordi. Daryl (Norman Reedus) è pronto, così come tutti alla prigione. Vediamo Carl (sempre meno bambino, con la propria umanità che man mano scompare) fare i bagagli e ci accorgiamo che esiste una seconda soluzione, forse la più sensata, la fuga. Per andare dove? Rimarremo col dubbio sulla scelta presa fino all’arrivo del mini-esercito del Governatore ed è allora che tutti i nodi verranno al pettine e tante cose cambieranno radicalmente.

The Walking Dead 3x16The Walking Dead 3×16 è un episodio nel suo insieme godibile, con un finale che sa tanto, però, di “Fine…per ora”, parzialmente incompiuto. Una parentesi socchiusa, che già ci proietta alla quarta stagione, in programma per il prossimo autunno. Adrenalinica, piena di colpi di scena, violenta, claustrofobica. In netta contrapposizione con la fattoria e gli ampi spazi della stagione precedente, che aveva viaggiato su troppe puntate totalmente prive di zombie o quasi, arrovellandosi su discorsi esistenziali importanti, ma cavalcati davvero eccessivamente. I non morti sono tornati in quantità e, soprattutto, sono stati introdotti alcuni personaggi memorabili e sfaccettati, come Michonne e il Governatore. Proprio quest’ultimo è la ciliegina sulla torta di una stagione assolutamente ben sceneggiata, con i tempi e i temi giusti. Il Governatore è l’antagonista perfetto, il cattivo che mancava alla serie. Che gli zombie non fossero ormai il pericolo maggiore lo avevamo capito. È dagli altri sopravvissuti che bisogna guardarsi le spalle. Se poi l’uomo che ci si trova di fronte è enigmatico, disturbato, cinico, violento, imprevedibile come il Governatore ogni secondo trasuda tensione, pericolo imminente. Il cambio di showrunner Darabont-Mazara è stato un toccasana, ora vedremo che ne sarà del prossimo futuro. Lo sceneggiatore ha, infatti, già annunciato che lascerà il suo incarico per differenze di opinioni con l’AMC sulla direzione che la serie deve prendere. Non ci resta che attendere ottobre. I morti che camminano torneranno ancora una volta in vita.

The Walking Dead 3x16

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