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True Detective si è dimostrata la serie rivelazione del 2014, ad avvalorare questa affermazione, non sono solo i dati di ascolti ma anche i fan (in continua crescita) nonché i vari omaggi che si rincorrono sul web.
Ma dietro ai volti dei due celeberrimi protagonisti, Woody Harrelson e Matthew McConaughey, si nasconde il genio di Nick Pizzolato che in diverse occasioni ha rilasciato interviste e commenti riguardo alla serie dell’HBO. Dal sito di Fumettologica.it apprendiamo come Pizzolatto ha tratto ispirazione dall’influenza da due importantissimi autori di fumetti Alan Moore ( creatore di WatchmenFrom Hell e V for Vendetta)  e Grant Morrison (creatore di Animal Man, Doom Patrol The Invisible )

 La prima volta che la scrittura mi ha provocato una forte emozione è stata leggendo i fumetti di Alan Moore e Grant Morrison quando ero un ragazzo. Crescendo nel sud-est della Louisiana, in una casa con pochi libri, la complessità e la profondità delle loro storie si rivelò sconvolgente per un ragazzino.

Quest’affermazione oltre a suscitare curiosità negli amanti dei fumetti ha trovato numerosi riscontri sia negli affascinanti monologhi di Rust, che intraprende con i poliziotti nel 2012, sia nei gesti che lo stesso personaggio compie. Ma l’esempio più calzante arriva nel dialogo finale tra Rust e Marty di cui lo script recita:

Rust: Esiste solamente una storia. La più vecchia di tutte.
Marty: Quale?
Rust: Luce contro oscurità.
Marty: [guardando il cielo di notte] Beh, so che non siamo in Alaska, ma mi sembra che l’oscurità abbia una netta predominanza.
Rust: Sì, hai ragione
[…]
Rust: Lo stai guardando in maniera sbagliata, il cielo
Marty: In che senso?
Rust: Un tempo c’era solo l’oscurità. Se lo chiedi a me, la luce sta vincendo.

Mentre il fumetto raffigura:

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