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The Walking Dead 2×13 – Solo una volta che The Walking Dead è finito, ci rendiamo conto di desiderare ardentemente l’inizio della terza stagione (prevista per il prossimo autunno). Per una serie che è passata da sei episodi della prima stagione, ai tredici della seconda e che ne avrà sedici nella terza, non possiamo pensare altro che abbia riscosso un grande successo.

 
 

Il finale non ci ha deluso mescolando tutti gli ingredienti che hanno caratterizzato il telefilm: l’azione, l’immancabile tensione, il dramma e la morte. Sappiamo che la fattoria sta per essere inghiottita in un caos che rasenta l’apocalisse, ma l’inizio della puntata ci mostra da principio l’esodo degli zombie: da quando hanno avvistato un elicottero nella città di Atlanta, poi percorso chilometri e chilometri fino ad attraversare la proprietà di Herschel dove, attirati da uno sparo (quello che ha ucciso Shane), hanno cambiato direzione per dirigersi verso la fattoria.

È notte e i protagonisti sono all’oscuro di tutto, soprattutto Rick e Carl che, dopo aver eliminato lo zombie di Shane, si incamminano verso la casa. Lo shock dell’uomo è ancora in atto mentre il figlio gli pone continuamente domande per sapere cosa era accaduto a Shane.

Non c’è tempo per le spiegazioni se non vogliono essere la cena degli zombie. L’unica via di fuga è il fienile, dove erano rinchiusi i cari di Herschel e che ora ospiterà un falò di carne morta.

Intanto dalla casa lo sgomento per l’avanzata degli zombie non impedisce l’organizzazione di una difesa armata. Ma il gruppo è non è preparato perché colto di sorpresa. Arriva anche il terrore a complicare le cose: Lori, come succede spesso negli ultimi tempi, non trova il figlio; Beth non riesce a lasciare la mano di Patricia mentre questa viene divorata; Maggie ha un attacco di panico mentre è con Glenn in auto.

Come si sosteneva poche puntate fa il gruppo non esiste più, come anche la fattoria, ovvero il rifugio che credevano fosse sicuro, dove avevano deciso di stabilirsi per un po’ di tempo lontani dai pericoli.

Ognuno fugge per la sua strada e non c’è tempo di pensare ad Andrea che viene abbandonata da tutti nel bel mezzo della battaglia. Anche Herschel, che sosteneva di dover difendere la sua fattoria fino alla fine, si fa prendere dal suo istinto di autoconservazione quando Rick lo trascina via. La proprietà aveva un valore affettivo per l’anziano che perderà la sua fede nel Signore manifestata della famosa affermazione: “Gesù Cristo ha promesso la resurrezione dei morti, pensavo che avesse in mente qualcosa di leggermente diverso”. Rick lo ammonirà per la seconda volta in questa serie. L’uomo si ostina a non seppellire la sua fede nella vita con la facilità con cui si seppelliscono i morti in quel mondo. In fondo a tenerli in vita è la credenza in qualsiasi cosa, per evitare di essere già morti ancor prima di essere divorati.

Il gruppo si è diviso ma ognuno dei membri sa che la soluzione è tornare dove tutto è iniziato: all’interstatale che, a questo punto, è di gran lunga più sicura della fattoria. Dunque è ancora vivo il sentimento di rimanere uniti, di avere un punto di riferimento nell’altro. Sensazione del tutto assente in T-Dog, che ha incarnato il tipo di parassita talmente attaccato alla vita da non voler accontentare Lori che chiede di tornare indietro per rivedere il suo bambino. Dovrà desistere e obbedire, dopotutto Lori è la moglie dello “sceriffo”.

Tutti si ritrovano, ma l’unione è minata dalla paura e dallo smarrimento. In un clima del genere è facile prendersela con chi doveva salvaguardare la sicurezza del gruppo. La posizione di Rick è in bilico, sia per l’uccisione di Shane che per un segreto mantenuto per troppo tempo. “Siamo tutti infetti” è la lapidaria frase pronunciata dall’ex poliziotto che confessa quanto gli aveva confidato il Dr. Jenner prima che il centro malattie si autodistruggesse. In un primo momento è normale sentirsi traditi, ma è bene riflettere che la scelta di non rivelarlo è stata presa per il bene di tutti, per mantenere viva l’esigua speranza che sopravvive in ognuno di loro.

Se in un primo momento Lori era ancora pronta ad appoggiare il marito, il suo atteggiamento cambia completamente quando apprende che Rick ha ucciso Shane. Probabilmente la reazione può essere attribuita a due possibili spiegazioni: provava ancora dei sentimenti profondi per Shane o ha paura che lo sposo si trasformi in quello che il migliore amico era diventato negli ultimi tempi. Infatti è la prima volta che Rick ha abbandonato la ragione per essere pervaso dall’istinto. Un cambiamento destinato a non rimanere indifferente agli occhi degli altri, posti davanti a due scelte: accettare le condizioni impartite da Rick o andare per la loro strada. “Se restate questa non sarà più una democrazia”. È il presupposto che si deve accettare per rimanere in vita.

Quella stessa vita a cui Andrea (l’unica “dimenticata”) cerca di aggrapparsi. È sola, stremata nel bosco, dopo essere scappata per tutta la notte braccata dagli zombie. Il suo destino sembra segnato e invece comparirà un personaggio rivelazione della prossima stagione: Michonne (interpretata da Danai Gurira), misteriosa donna il cui aspetto è ripreso in modo fedele al fumetto, armata di spade samurai con al guinzaglio due zombie mutilati.

Ignari di ciò i sopravvissuti devono rinunciare a un luogo dove stabilirsi per sempre e accettare la natura di nomadi. L’immagine finale della prigione in lontananza (dove sarà ambientata la terza stagione) sembra contraddire quest’aspettativa. Cosa ci dovremo aspettare nella prossima stagione?

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