Marley: arriva il primo documentario sul mito di Bob

Si intitola semplicemente Marley il primo film-documentario dedicato al grande Bob Marley e autorizzato dalla famiglia del re del reggae e autentico mito per intere generazioni. Presentato al Festival di Berlino il film arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 26 giugno distribuito dalla Lucky Red; negli Stati Uniti Marley è stato presentato solo in pochi cinema selezionati.

 

Diretto dal regista Kevin McDonald, già premio Oscar con il film-documentario del 1999 Un giorno a settembre, Marley racconta e descrive il personaggio di “Bob” come mai nessuno aveva potuto e saputo fare prima ad ora. Interviste, documenti e contributi filmati spesso inediti che ci permettono di scoprire aspetti e angolature nuove del più grande esponente della musica reggae e al contempo icona immortale di pace e fratellanza.

McDonald per realizzare questo che può essere considerato il primo e unico film ufficiale su Bob Marley ha potuto contare sulla piena disponibilità della famiglia Marley a partire dal figlio e musicista Ziggie, che ha rivestito il ruolo di co-produttore insieme a Chris Blackwell e Steve Bing .

Conoscevamo Kevin come un acclamato documentarista – ha spiegato Marley – ma quello che è stato più importante per noi è stata la sua passione e il suo interesse per mio padre come persona e come musicista”.

Da parte sua McDonald si è buttato con grandissimo trasporto nella realizzazione di questo film pretendendo di ascoltare una quantità incredibile di personaggi che hanno in qualche modo avuto a che fare con il grande Bob e che di conseguenza hanno potuto dire qualcosa sul personaggio.

Dire ciò che ha reso Bob un’icona è probabilmente impossibile – ammette il regista – ma certamente gli spettatori sentiranno di conoscerlo meglio dopo aver visto questo documentario. Sono grato alla famiglia Marley per avermi dato la loro fiducia”.

La collaborazione e la disponibilità dei famigliari di Bob sono indubbiamente gli elementi che hanno reso speciale questo film garantendo l’ottima riuscita del progetto; anche la moglie di Bob, Rita Marley, a suo tempo corista della band, ha concesso un’intervista inedita in cui ammette come accettasse supinamente la risaputa poligamia del marito, consapevole di non poter esercitare un legittimo desiderio di possesso verso una figura così universale.

Le testimonianze dei figli, ben undici, si dividono tra il divertito e il rancoroso verso quel padre che spesso era completamente assente e disinteressato, completamente assorbito dalla sua musica, dalla sua arte e dal suo credo spirituale e religioso.

Insomma un film che vuole mostrarci tutti i lati e gli aspetti di un personaggio straordinario e nel bene e nel male unico e inimitabile; un film che non vuole risparmiarsi nulla e tracciare un ritratto del mito il più completo ed esaustivo possibile.

Ovviamente nel film compaiono interviste e testimonianze anche e sopratutto dei membri della band, i “Wailers”, come Bunny Livingston, Peter Tosh e Junior Marvin i quali ci raccontano il loro Bob, leader spesso oppressivo e cannibale di fama e attenzioni con cui non sono mancate inevitabili incomprensioni.

Ma Kevin McDonald è voluto andare oltre, impegnandosi in un estenuante tour per tutti quei luoghi che hanno rappresentato tappe fondamentali nella vita di Bob dove poter sentire storie e aneddoti di personaggi anche secondari ma che hanno aggiunto tessere importanti al mosaico finale.

Andare in giro con una macchina da presa e intervistare tutti – rivela il regista – non limitarmi a quelli con i quali gli altri hanno già parlato. Mi chiedevo com’era la sua famiglia?suo padre?perchè lui era fatto così?come mai era tanto entusiasta?”.

Il film è stato girato in posti lontani fra loro, tra il Ghana, il Giappone e la Gran Bretagna oltre ovviamente alla Giamaica e agli Usa.

Un film bellissimo che in quasi due ore e mezza concentra una quantità di materiale documentaristico impressionante tra cui bellissime e suggestive immagini dello storico concerto che Bob fece in Zimbabwe in occasione dell’indipendenza del paese africano o dei concerti tenuti in Giamaica con lo scopo di allentare le tensioni interne al paese tra fazioni politiche contrapposte.

Perchè, al di là dei difetti dell’uomo, il film “Marley” vuole evidenziare la grandezza del personaggio che sapeva andare oltre a questi limiti e che diventava con le sue parole, la sua musica e i suoi gesti, messaggio, simbolo ed esempio di pace, tolleranza e amore. Chiudiamo il nostro pezzo con le stesse parole usate da Bob Marley per descrivere se stesso e che del film sono già diventate una sequenza cult:”io non ho pregiudizi contro me stesso; mio padre era bianco e mia madre era nera. Mi chiamano mezza-casta o qualcosa del genere. Ma io non parteggio per nessuno, né per l’uomo bianco né per l’uomo nero. Io sto dalla parte di Dio, colui che mi ha creato e che ha fatto in modo che io venissi generato sia dal nero che dal bianco”.

- Pubblicità -