Senna rivive sullo schermo

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Un film documentario su un mito odierno è l’ultimo lavoro del regista Inglese, di origini indiane, Asif Kapadia. Il mito è quello di Ayrton Senna, campione brasiliano di Formula Uno. Il film Senna, premiato in America al Sundence Film Festival, è uscito prima in Brasile ( la terra natale che lo ama alla pari di Pelé e Garrincha ) e in Giappone ( dove Ayrton è tuttora un idolo per aver portato i motori Honda della Mclaren alla conquista di tre mondiali: ’88 , ’90 e ’91 ).

Ayrton Senna muore il primo Maggio 1994 a  34 anni, per un incidente durante il Gran Premio di San Marino. Se le sue imprese lo avevano reso una leggenda amata in tutto il mondo non si tratta solo dei tre mondiali vinti. Si tratta anche delle vittorie conquistate sotto la pioggia o con vetture tecnicamente inferiori, degli entusiasmanti duelli con Alain Prost con cui si contese il mondiale da compagno di squadra alla Mclaren, dello straordinario esempio di determinazione, coraggio, fantasia e di tutti quei valori che lo sport, nella sua forma più pura sa trasmettere. Basta leggere le circostanze tragiche dell’incidente per capire che una storia “vera” di questo tipo porta con se riflessioni sulla fatalità del destino e ha per protagonista un “eroe”, difficili da inventare e raccontare anche nelle migliori sceneggiature di finzione.

altQuando alla curva del Tamburello il piantone dello sterzo cede, Senna finisce contro un muretto di protezione, un detrito della sospensione passa attraverso i pochi millimetri che separano la visiera dalla parte superiore del casco ferendolo alla tempia. Le lesioni risulteranno fatali. Il giorno prima era morto durante le prove il giovane pilota Ratzenberger, schiantandosi alla curva dedicata a Gilles Villeneuve ( altro talentuoso pilota morto giovane in un terribile incidente ). Le rispondenze e i presagi creano un alone mitico ulteriore. Seguirà il processo a Frank Williams, per le responsabilità dovute al cedimento meccanico della vettura. Ayrton Senna non è solo un’ icona ma un esempio di uomo eccezionale. E’ solo attraverso il sacrificio costante che poteva aspirare al successo, sempre incerto e sofferto quando si compete con i migliori. Un esempio trasversale per tifosi e sportivi di tutto il mondo.

Le immagini che si possono vedere anche nei trailer del documentario di Kapadia ( Bernie Ecclestone, Il patron della formula uno,  ha concesso tutte le immagini d’archivio ) lo mostrano stremato al termine delle gare: mani tremanti, muscoli quasi incapaci di muoversi. Impressionanti sono i sorpassi mostrati dalla camera car, i muretti dell’amata Montecarlo sfiorati a duecento all’ora ,  la Ferrari di Prost che gli taglia la strada. Asif Kapadia ( The Warrior ; The Return ) ha familiarità con il raccontare esempi estremi di vita: come nel silenzio gelido e immenso di Far North, con cui si è presentato a Venezia nel 2007. Ora non avrebbe potuto scegliere di raccontare una vita più estrema e affascinante. Una storia vera.

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