Tim Burton ritorna alla sua infanzia con Frankenweenie

Frankenweenie

frankenweenie-first-look-option101007mampslg283tonedrgb-1Che la storia sia per i bambini o per un uomo che si rivede bambino è un dettaglio di secondaria importanza se solo si concentra l’attenzione al ritorno sugli schermi di Tim Burton con un’opera che già alla nascita sancisce la precocità del suo genio.

 

Frankeweenie. Victor è un ragazzo sorprendentemente attivo che, nonostante la giovane età, si allontana dai suoi coetanei per regalare sempre più tempo alla sua passione: il suo mondo scientifico. Il suo unico compagno d’avventura, con cui condivide gioie e ansie, è Sparky un piccolo cane. A causa di un esperimento andato male Sparky perde la vita e Victor il suo amico.

Basandosi su un progetto giovanile, Burton rivela in pieno tutta la sua arte e la sua essenza. Lo stile dark, le tematiche decadenti, il desiderio di essere artefici del proprio futuro si materializzano in una nuova opera che può essere la precettrice e il seguito di tutta la sua antologia.

000000_B_ITA-IT_28x40.inddL’idea fu concepita quando il giovane regista era solito frequentare gli studi della Disney. A causa del suo stile diretto, poco ovattato, troppo realista e per alcuni aspetti per nulla magico, il creativo e creatore fu gentilmente accompagnato all’ingresso della famosa compagnia non appena palesò il suo progetto. Strano ma vero, dopo decenni di attesa la sua opera forse più intima e più espressiva sta per popolare i grandi schermi e questa volta prodotta proprio dalla Walt Disney.

Il film, che uscirà nelle sale italiane a partire dal 17 gennaio, è stato prodotto in stop- motion e disponibile in 3D. Inoltre, la pellicola è interamente girata in bianco e nero, scelta giustificata dal regista con la capacità estremamente onirica e di abbandono del reale che questa tecnica concede allo spettatore rispetto al colore.

C’è molto di Tim Burton nel giovane Victor. Non si tratta solo del suo sogno giovanile realizzato ma della materializzazione di un pensiero che vede la sua genesi nella fase di studio e formazione del regista. Victor, quasi l’ater ego di Burton, che rimanda il tempo indietro di anni e ricostruisce la sua infanzia, le sue aspettative, i suoi sogni infantili pur mantenendo stretto il legame con il suo pensiero e la sua filosofia creativa.

Martin Short e Catherine O’Hara presteranno le loro voci per animare i personaggi che nel film saranno i genitori del piccolo Victor.

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