E’ stato presentato il 24 febbraio all’Anica in anteprima nazionale il film The Stalker, in uscita in DVD oggi. All’evento, realizzato in collaborazione con CineCocktail e moderato dalla giornalista Claudia Catalli, erano presenti personaggi del mondo spettacolo e addetti ai lavori, e ovviamente il regista Giorgio Amato e la protagonista della pellicola Cosetta Turco.
Un incontro affollato per parlare
insieme di cinema, di quel cinema “scomodo, che prova ad andare
controcorrente e ragionare su un tema per nulla facile, come lo
stalking, provando per una volta a raccontare la prospettiva non
della vittima, ma del carnefice”. Alle parole del regista hanno
fatto eco quelle di una platea che si è mostrata interessata ad un
dibattito allargato sulle difficoltà di fare cinema oggi, al di là
di facili commedie. “Sul set c’era un clima indescrivibile,
oggi continuo a vivere quell’esperienza di condivisione grazie a
donne che continuano a scrivermi e dalle loro parole esce fuori
tutta la rabbia e insieme la paura di denunciare”, chiosa
l’attrice Cosetta Turco, che nel film interpreta una madre intenta
a proteggere sua figlia da un padre giudiziariamente definito
“pericoloso”.
Così il
regista: “Affrontare al cinema tale tematica è
stata un’operazione molto delicata, soprattutto perché la
fenomenologia dello stalking abbraccia un ampio spettro di modalità
e tipologie di sex offender talmente differenti tra loro che
diventa impossibile riuscire a fare una sintesi rappresentativa del
fenomeno. Più in generale, come autore, mi sono sempre
posto la domanda di cosa spinga un uomo – ma anche una donna,
beninteso – a rimanere ancorato al proprio passato, al punto da
perseguitare fino alle estreme conseguenze un’altra persona. È
partendo da questa considerazione che ho cominciato a studiare la
problematica dello stalking, concentrandomi esclusivamente sul
punto di vista del persecutore, piuttosto che della vittima,
esplorando quei meccanismi mentali, situazionali e giuridici che
generano un loop talmente perverso dal quale molto spesso un uomo
non riesce più a venirne fuori.”