Army of The Dead: l’incontro con il cast

Army of the Dead
ARMY OF THE DEAD (L to R) ZACK SNYDER (DIRECTOR, PRODUCER, WRITER) in ARMY OF THE DEAD. Cr. CLAY ENOS/NETFLIX © 2021

Dopo l’impresa compiuta riuscendo finalmente a realizzare la sua Snyder Cut di Justice League, Zack Snyder torna ad un progetto originale, questa volta su “piccolo”schermo, per un film targato Netflix: Army of the Dead.

 

Immaginate un mondo dove Las Vegas, che già di per sé è una città singolare, sia la residenza di un gruppo di super intelligenti e evoluti zombie. Dentro ad una città circondata da un muro (vi ricorda qualcosa?) allo scopo di contenerli, questi zombie 2.0 vivono indisturbati fino a quando uno sgangherato gruppo di coraggiosi uccisori di zombie non si reca nella red zone per recuperare un bottino multimilionario custodito all’interno del caveau di un casinò abbandonato. Questo sbilenco gruppo di eroi riuscirà nell’impresa? Una cosa è certa, il gioco vale la candela, tigre zombie compresa.

Seduto come in un’inquadratura di uno dei suoi film, Zack Snyder dà il benvenuto all’incontro stampa di Army of The Dead che comprende un incredibile cast: Dave Bautista, Ella Purnell, Omari Hardwick, Matthias Schweighöfer, Ana de la Reguera, Nora Arnezeder, Tig Notaro, Garret Dillahunt, Theo Rossi, Raul Castilo, Samantha Win, Huma S. Qureshi, Hiroyuki Sanada e Richard Cetrone.

Ogni personaggio è contraddistinto da una caratteristica e ognuno di loro, pre-apocalisse zombie, aveva una mansione, o un lavoro completamente differente, un po’ come tutti coloro che si sono dovuti reinventare causa Covid.

Cambiare è inevitabile? “Ognuno si è dovuto abituare ad una nuova normalità – spiega Nora Arnezeder – per esempio il mio personaggio nel film è una solitaria che impara come stare in gruppo e lavorare insieme, ma soprattutto scopre cos’è la solidarietà e l’umanità nel suo percorso e credo sia ciò che è successo a molte persone durante la pandemia.”

E se per la bionda Lily nel film cambiare è inevitabile, per Omari Hardwick, la star di Power, il cinema prende spunto dalla realtà “ognuno di noi ha un destino e un percorso scritto per una ragione e credo sia un po’ profetico e ironico che Zack sia riuscito a portare alla vita un film come questo dove l’arte imita la vita, e a volte, come in questo caso, in un certo senso la precede.”

Parola al protagonista di Army of the Dead, Dave Bautista

Profetico, geniale, un gran comunicatore in grado di mettere insieme in armonia un variegato numero di attori, così viene descritto Zack Snyder dai protagonisti del suo film, soprattutto dal leader Dave Bautista, che, per la prima volta nella sua carriera di attore, offre davvero una performance che non si basa affatto solo sulla presenza scenica e sul fisico: “La prima volta che ho letto la sceneggiatura ho pensato che fosse davvero una storia di redenzione, il che mi ha sorpreso, perché pensavo che Scott, il mio personaggio, fosse il classico eroe d’azione, ma quando ho visto che non era così ma che aveva moltissime sfumature, un passato e tanta sofferenza, ho pensato che avesse molta anima – dice l’ex wrestler – Zack mi ha dato molta libertà nell’esprimermi, volevo dare spessore a questo personaggio, ovviamente fisicamente lo rispecchio già, credo sia interessante la vulnerabilità che è stata data al mio Scott, in questo modo le persone fanno il tifo per lui, soprattutto quando si trova nelle situazioni più difficili. C’è un bellissimo risvolto familiare, è un film stratificato, non è la classica pellicola sugli zombie, ci sono moltissime emozioni e questo per me rende la storia interessante e unica.”

È ormai noto come Snyder abbia una fascinazione per la mitologia greca, anche in Army of The Dead non si è lasciato sfuggire l’occasione e il suo zombie alpha infatti, prende spunto proprio dal Dio Zeus, ma da dove viene questa passione? “Sono un grande fan di Joseph Campbell e il suo “potere del mito”, il modo in cui troviamo spesso noi stessi nel mito e come il mito stesso in molte cose sia lo strumento per decodificare il mondo. C’è una ragione sul perché le storie vengono raccontate nel tempo nelle differenti culture, credo sia un modo per ricordare noi stessi, per me l’aspetto mitologico di questo Zeus è per descriverlo come una sorta di padre di questa specie è l’Adamo di questo nuovo mondo, un leader, e quando vede la statua di Zeus è come se vedesse sé stesso, lì realizza che ha bisogno di un mantello.”

Il film arriverà su Netflix il 21 maggio. Preparatevi a un’esplosione di divertimento pop e fluo, che però non trascura un sotto testo di critica alla società americana e alla sua gestione, antieroi problematici che scappano dai loro problemi e zombie per i quali fare il tifo, innamorati e molto più umani di quello che si può pensare. Tra tigri zombie e Las Vegas distrutta, Zack Snyder ci regala un film stratificato, come i suoi personaggi, che vivono in un mondo molto simile al nostro e lottano per redimersi, nessuno vuole essere un eroe, per fortuna!

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