Aspirante Vedovo Massimo Venier e il cast presentano il film

Aspirante Vedovo Massimo VenierUscirà nelle nostre sale cinematografiche il prossimo 10 ottobre Aspirante Vedovo, il film diretto da Massimo Venier e liberamente ispirato a Il vedovo di Dino Risi del 1959. A presentare il film c’erano il regista e il cast.

 

Qual’ è stata la vostra prima reazione quando vi è stato proposto il progetto?

Massimo Venier: «Quando ci hanno proposto questa cosa il primo pensiero è stato che non era possibile farla; poi però ti trovi di fronte una storia straordinaria e dei personaggi che lo sono altrettanto e allora capisci che è giusto e interessante fare un tentativo. »

Aspirante Vedovo Massimo Venier posterLuciana Littizzetto: «E’ una commedia nera: un genere che è ormai molto lontano da quello che si produce e si realizza abitualmente in Italia. Fare questo, film riproponendo una storia già raccontata ma ri-attualizzata, era un modo per avvicinarsi anche ai giovani, a chi – per generazione e contesto storico-culturale –  è lontano da Il vedovo di Dino Risi che resta un capolavoro indiscusso

Fabio De Luigi, attore protagonista, ci tiene a precisare non si tratta tanto di un remake quanto di un omaggio a un’opera che è, a pieno titolo, parte della nostra tradizione culturale e cinematografica e che offre degli spunti tematici e di genere peculiari su cui era possibile lavorare in chiave odierna.

«Sarei pazzo se mi paragonassi al grande Sordi (protagonista dell’originale di Risi, ndr). Il mio sforzo è stato proprio quello di “dimenticarmi” in un certo senso di lui e di trovare il mio modo, il mio sguardo, sulla realtà raccontata. Certo il mio timore era proprio quello di cadere nell’imitazione considerato anche che il film, per quanto sia un’altra cosa, è a tratti molto vicino al prototipo: in alcuni casi anche nella costruzione delle inquadrature Detto ciò credo di aver rispettato il mio modo di essere e di fare in quanto attore

Luciana Littizzetto: «Non ho chiesto il permesso a Franca Valeri. Le ho chiesto scusa che è completamente un’altra cosa. Ma non temo il confronto che è ovviamente perdente, per il semplice fatto che non c’era il proposito di misurarsi con loro; ma, semplicemente, di prendere spunto liberamente a trovare una strada nuova d’interpretazione.»

Al regista: Quali considerazioni si sente di fare rispetto all’Italia che raccontate nel film e che ovviamente è molto diversa da quella degli anni ’60?

Massimo Venier: «Il film è ambientato a Milano come nell’originale e anche i nomi sono rimasti gli stessi. L’aspetto interessante e che riscontro nella mia stessa esperienza di cittadino milanese è che oggi esistono un sacco di “Alberto Nardi”. Anche negli anni ’60 la città era tutta “una gru” e lo è anche oggi. Un sacco di costruttori si comportano in quel modo, approfittano della situazione e noi volevamo raccontare anche questo lato del mondo imprenditoriale.»

Aspirante Vedovo Massimo Venier Fabio de Luigi Luciana LittizzettoPer la Littizzetto: ha individuato un lato fragile nel personaggio che interpreta? Considerato che, anche a casa guadagna probabilmente di più di suo marito, come si confronta con questo aspetto?

Luciana Litizzetto: «E lei che ne sa? (ride) Per quest’ultimo quesito le manderò l’estratto conto di mio marito. Comunque effettivamente lui è un musicista quindi non è che lei abbia tutti i torti.» Recuperata la serietà ha proseguito descrivendo la solitudine che caratterizza il suo personaggio e che è una solitudine consapevole e manifesta anche nel momento della sua presunta morte, quando i suoi conoscenti invece di piangerla si danno al banchetto e ai piaceri della compagnia. Una condizione che l’ha resa ancor più spietata, cinica e aggressiva.

«Non nascondo che ho avuto delle difficoltà ad interpretarla: alcune cose mi sembravano un po’ eccessive ma la verità è che esistono donne così e quello che mi ha sempre incuriosito è la loro perfezione ostentata: trucco perfetto, capelli perfetti, abito perfetto. È come se per loro la giornata durasse molto di più, oppure come se dormissero quattro ore per notte senza per questo avvertirne gli effetti.»

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