Bologna 2 Agosto I giorni della collera: la conferenza stampa

Bologna 2 Agosto ... I giorni della collera 2 Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio presentano il loro lavoro sulla strage di Bologna (2 agosto 1980), protagonisti Giuseppe Maggio e Marika Frassino nei panni di Alverio Fiori e Antonella de Campo, liberamente ispirati a Valerio Fioravanti e Francesca Mambro.

 

Perché i protagonisti non compaiono come Fioravanti e Mambro, ma con nomi di fantasia?

Giorgio Molteni:Abbiamo scelto di ispirarci agli attori reali delle vicende narrate, ma ci sono anche personaggi di fantasia, come quelli interpretati da Martina Colombari e Lorenzo Flaherty. Non volevamo correre il rischio di dire false verità. Solo così abbiamo potuto preservare la libertà di espressione. Ma ci sono le clip di repertorio a tirare le somme di quanto realmente accaduto”.

Daniele Santamaria Maurizio:Ci auguriamo che il film venga visto anche dagli adolescenti, cui volevamo mandare un messaggio chiaro: non intraprendere attraverso un’ideologia politica distorta, un percorso criminale. Ecco perché ci siamo concessi delle libertà autoriali”.

Da dove nasce l’urgenza di questo lavoro?

D.S.M.:Volevamo rappresentare un fatto che cinematograficamente non era mai stato neppure sfiorato. Uno dei più gravi del dopoguerra, dopo Piazza Fontana”.

G.M.:L’urgenza è anche quella di raccontare un cinema diverso, che non si fa quasi più, con un linguaggio molto semplice. C’è un’attenzione per il pubblico “semplice”. Questo è un film di nicchia, ma aspira a diventare popolare ed ecumenico”.

Come vi siete documentati?

DSM:Il film poggia sulla storiografia processuale della vicenda. Bisognava stare molto attenti, trattandosi di un processo indiziario e che ancora oggi, pur con una sentenza definitiva, lascia aperti molti spazi a dubbi e confutazioni. Non abbiamo voluto suggerire piste alternative o fatti che non fanno parte della realtà processuale. Abbiamo voluto fare un lavoro prettamente artistico, con una base nella vicenda reale”.

StampaCome vi siete preparati e cosa vi ha colpito dei personaggi?

Giuseppe Maggio:Alverio Fiori è un personaggio abbastanza complesso, con cui non ho caratteri in comune, per cui è stato abbastanza difficile da interpretare. Non ho avuto l’opportunità di confrontarmi con Valerio Fioravanti, ma ho letto di lui. È l’espressione del suo tempo, in cui si agisce con violenza e si ottiene come risposta altra violenza”.

Martina Colombari:Cinzia Cordero è una reporter. Vuole sapere la verità a tutti i costi. Quando ficchi il naso in vicende troppo segrete o ti spingi così in fondo – l’abbiamo visto ieri con il reporter Andrea Rocchelli, un amico – ti puoi far male, ma lo fai perché hai la necessità di raccontare la verità. In quegli anni ero piccina, ma i genitori ci raccontavano cosa significa morire da innocenti. Di fronte a ciò non ci si deve fermare”.

Lorenzo Flaherty:Credo sia importante fare film su questo e su altri misteri, di cui speriamo di poter scoprire la verità. Ciò che mi ha più stimolato del mio personaggio è il suo lato umano e la sua determinazione nel far luce sul grande dolore legato a questo episodio”.

Confermate che, come detto nel film, Fioravanti e Mambro si sono sempre dichiarati estranei alla strage?

DSM:Mambro e Fioravanti si sono sempre proclamati estranei a questo fatto, pur avendo confessato i precedenti crimini. Mi risulta che non sia stata mai chiesta la revisione del processo. Non abbiamo assunto posizioni colpevoliste o innocentiste. Volevamo solo rappresentare i fatti che la magistratura ha accertato. Ne sapremo di più quando si decideranno a rimuovere il segreto di stato. Questo film va anche in quella direzione. Speriamo che la sua diffusione inneschi la miccia giusta per arrivare a questa conclusione”.

Perché, secondo voi, questa storia non è mai stata raccontata?

GM: “Perché non siamo in America. Se fai un film che affronta una tematica come questa, rischi di smettere di lavorare. In Italia abbiamo registi di valore, se non l’hanno mai fatto è perché probabilmente non hanno trovato la libertà artistica – il denaro senza padrone, pulito. C’è paura di bruciarsi con una pagina molto delicata della nostra storia”.

Dal 29 maggio al cinema in 50 copie.

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