Festival di Roma 2014: Soap Opera conferenza stampa del film d’apertura

Soap OperaLa conferenza stampa del film d’apertura di questa edizione vede protagonisti tutto il cast e il regista Alessandro Genovesi.

 

La scelta è ricaduta su Soap Opera che segna un ritorno alle origini del cinema italiano e soprattutto della commedia, genere che ha sempre dominato il nostro mercato cinematografico.

Soap Opera nasce da un’idea teatrale di Genovesi, concepita sette anni fa: i produttori Totti e Usai (insieme a Medusa Film) lo acquistarono insieme a Happy Family (diretto poi da Salvatores) , portando entrambi sul grande schermo.

Il film nasce come una miniserie teatrale da quattro puntate: per il cinema è stata riscritta la sceneggiatura, e gli attori sono stati coinvolti subito (quasi la metà avevano già lavorato con il regista) , a parte le new entry Elisa Sednaoui e Ricky Memphis.

Genovesi è stato attore a teatro per circa 15 anni, per cui concepisce il discorso di compagnia, intesa come una grande famiglia a livello lavorativo: ciò permette di strutturare la scrittura fin da subito sugli attori, che hanno reso personali- e vitali- i vari personaggi.

Per il regista la palazzina doveva essere accogliente e accomodante, con una finta neve fredda e gelida che cade all’esterno (finto, come tutti i set del film). La pellicola usata è stata un 35 mm, ed è forse l’ultima volta che Genovesi gira in questo modo.

Il film esce giovedì 23 ottobre in oltre un centinaio di copie.

Il film mescola la commedia con il melò, realizzando un prodotto “contenitore” da riempire liberamente, e creando una contrapposizione tra la natura fortemente fictional della scenografia e la verità cinematografica degli attori (almeno, questo secondo Genovesi).

Alcuni dialoghi, che sembrano improvvisati e naturali, in realtà non seguono casualmente un canovaccio, ma dei dialoghi ben scritti e strutturati.

Genovesi trovava interessante mettere all’opera un gruppo di attori fuoriclasse, in uno spazio non definito e fuori dal tempo, cercando di proporre, con realismo, una rappresentazione non troppo fedele- ma vera !- del mondo che ci circonda.

Quali sono i riferimenti cinefili del regista?

La domanda nasce dopo alcuni paragoni con Wes Anderson e Blake Edwards: Genovesi concorda sul primo, che ritiene l’unico in grado di rappresentare- al giorno d’oggi- con uno sguardo diverso e alienato la realtà, evocando e creando mondi dai tratti spesso fictional. Ad esso si aggiungono Michel Gondry, Spike Jonze e Kaufman.

In linea con la domanda precedente, viene chiesto sempre al regista se si è ispirato, nello specifico, a qualche film: in realtà l’unica volontà era quella di non rifarsi ad una commedia sciatta o becera, ma affondare le proprie radici nel cinema anglosassone (forse con sfumature francesi), perché secondo l’autore/ regista girare una commedia con poca cura, sciatteria e disinteresse è considerata una mancanza molto grave nei confronti del pubblico stesso.

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