David Portnoy, quindicenne appassionato di birdwatching, fa una scoperta incredibile: ha scattato una foto ad un’esemplare di anatra che sembra sia estinta. Su consiglio dei suoi amici e del massimo esperto nel settore, il dottor Konrad, David e i suoi amici si mettono in viaggio per conquistare il loro posto nella storia del birding.
Guida tascabile per la
felicità è il film che ha aperto la sezione di
Alice nella città al Festival Internazionale del
Film di Roma 2014 e segna l’esordio alla regia di
Rob Meyer che sceglie di raccontare un teen movie,
caratterizzato dal conflitto padre figlio, ma anche un road movie
in cui i protagonisti Kodi Smit-McPhee, Katie Chang, Alex
Wolff e Michael Chen cresceranno
attraverso momenti di avventura e ilarità.
La sceneggiatura firmata dal regista e da Luke
Matheny risulta lineare nella costruzione e di facile
lettura nello svolgimento riuscendo a gestire tutte le tematiche
del film e soprattutto i tormenti del giovane David, segnato da una
grave perdita familiare e ossessionato dall’hobby che la madre gli
ha trasmesso.
La pellicola oltre ad essere contraddistinta da vasti scenari e le
ben classiche peripezie del genere, riesce a mantenere costante la
storia nonostante i continui cambi di piani narrativi che trattano
ampiamente i ricordi materni, le prime rabbie ed esperienze
adolescenziali nonché le situazioni comiche che smorzano il filone
drammatico. Soprattutto in quest’ultimo passaggio è evidente il
lavoro di montaggio di Vito DeSario che riesce a
dosare tutte le corde del film al massimo restituendo la giusta
compattezza narrativa.
Del cast spicca il premio Oscar Ben Kinsley che
anche solo attraverso la sua espressione riesce a far trapelare i
consigli del “mentore” e di personaggio guida per David. Bene anche
il resto del cast che si ricava, più con le battute che con
l’interpretazione, il proprio spazio in scena attraverso dei
personaggi-caratteristi che ricalcano un po’ gli stereotipi tipici
dei teen movie.
Guida tascabile per la felicità è un film leggero che coinvolge i ragazzi attraverso storie e sentimenti comuni, utilizzando temi piuttosto noti ma con un mezzo mai visto prima, il birdwatching. Il film riesce comunque a strappare la risata, far leva sullo spirito naturalistico e regalare il più intramontabile degli happy ending.