Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo raccontano E’ nata una Star?

La conferenza stampa di presentazione del film È nata una star? Si è svolta venerdì 16 Marzo a Roma. Presenti all’incontro Luciana Littizzetto, Rocco Papaleo, Pietro Castellitto e Lucio Pellegrini. Maggior risalto, da parte degli attori e del regista, è stato dato al messaggio che la pellicola intende veicolare più che agli elementi frivoli e piccanti della storia.

 

“Il film in fondo spiega che nella vita tutto ha un senso ma non un verso”, ha dichiarato la Littizzetto. “Se mi capitasse quello che succede alla protagonista mi comporterei esattamente allo stesso modo perché mentre il marito ha una reazione più istintiva, legata anche a preoccupazioni più pratiche lei cerca di dare un senso al ‘talento’ del figlio. Con Lucio (Pellegrini, il regista n.d.a.) posso dire che abbiamo lavorato sulla ‘sottrazione’, nel senso che abbiamo cercato di ridurre la carica che di solito ho in televisione per adattarla ad un film che ha una durata maggiore e che necessitava di una dose più massiccia di realismo negli atteggiamenti del personaggi. Se non avessimo agito in questo modo – ha aggiunto – avremmo corso il rischio di girare una commedia volgare e grossolana”. La Littizzetto, inoltre, ha parlato dell’acquisto dei diritti del romanzo di Hornby, che ha visto impegnati in prima persona lei ed il suo agente Beppe Caschetto, produttore della pellicola.

Tutti i libri che compro li leggo alle sei del mattino perché durante il giorno non ho tempo, così mi ritaglio questo spazio appositamente – ha spiegato la Luciana nazionale – e quando ho terminato È nata una star ho subito avvertito il mio agente affinché si informasse sull’acquisto dei diritti. Credevamo fossero già stati acquistati invece siamo stati davvero fortunati. Poi abbiamo deciso di proporre l’idea a Lucio, che consideriamo un ottimo regista, mai volgare e dal tocco leggero. Credo sia stata una scelta felice anche quella di ambientare la storia nei vicoli molto ‘british’ della borgata Leumann, un quartiere di Collegno. Il brutto scherzo della vicina di casa che per ripicca recapita a Lucia il dvd con il film porno girato dal figlio sarebbe stato meno verosimile se fosse stato ambientato in uno degli anonimi palazzoni di una grande città”.

La Littizzetto ha affrontato poi nuovamente quello che considera il messaggio centrale del film. I guai veri, le cose davvero tristi non sono avere un figlio pornostar o superdotato ma altre. Nella vita di Lucia ce ne sono state almeno due che le permettono di guardare lo strano evento da un’altra prospettiva. E poi si sa, i talentuosi o i superdotati nascono per caso, nelle famiglie comuni, scherza. La comica ha ricordato, inoltre, il viaggio con Rocco Siffredi nella trasmissione Milano Roma, in onda su Raitre alla fine degli anni Novanta. Mi hanno detto scegli: o Milingo o Siffredi. Io ho scelto Siffredi per non rischiare di dire cose offensive sulla Chiesa eccetera … Cosa le ha lasciato quell’esperienza? Ho capito – ha ammesso – che è davvero tutta una questione di circolazione. Il sangue o ti va’ lì o al cervello.

A dare la priorità al cervello piuttosto che ad altri attributi anche il collega Rocco Papaleo. Preferisco avere accanto una donna che ho il piacere di ascoltare,ha affermato. L’orgasmo dura cinque o dieci secondi e poi si consuma. La cosa fondamentale è avere uno scambio, una comunicazione. Anche il film è una chiara dimostrazione di questo perché c’è carenza di dialogo nella famiglia e nella società. La questione del pene esagerato del figlio di Lucia e Fausto è un pretesto che alla fine lascia il tempo che trova. Non so come mi comporterei se mio figlio dichiarasse di voler fare il pornoattore perché non mi sono proprio posto di fronte alla questione. Io lo farei io un film porno! Da regista e attore. A parte gli scherzi… sicuramente non avrei la reazione di Fausto. Non ne farei un vanto ma neanche mi scandalizzerei. Sicuramente – ha proseguito – la scena più divertente e che ho avuto più piacere di girare è quella in cui ballo con la pornostar sulle note di ‘Sono come tu mi vuoi’ di Mina. Quel momento del film è un’ottima occasione per toccare delle corde un po’ spinte ma in maniera molto ironica e spiritosa. Credo che siamo riusciti a dar vita ad una sceneggiatura che non è scivolata su nessuna buccia di banana, nonostante ce ne fossero parecchie nel percorso.

Anche il regista Lucio Pellegrini conferma le dichiarazioni della Littizzetto e di Papaleo. “Quelle di Lucia e di Fausto sono due reazioni diverse nei riguardi dello stesso ‘trauma’”, ha spiegato. “Lei ha una personalità completamente affine alla protagonista del romanzo, ha un modo di elaborare la vicenda molto più razionale, se vogliamo più ‘aperto’. Lui ha il sangue latino, tiene all’immagine pubblica, teme una presunta precedente infedeltà della moglie, vista l’ereditarietà del ‘talento’ del figlio ed anche il confronto ‘fisico’ con lui. Tuttavia questa vicenda sarà il pretesto per rimettere in discussione le relazioni familiari ed anche il rapporto con la moglie. Per quanto mi riguarda spero di non essere stato farsesco – ha concluso – anche perché è proprio questa caratteristica che rende difficile esportare le commedie italiane all’estero.”

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