Niente può fermarci : la conferenza stampa

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niente puo fermarci foto film Ieri mattina presso il The Space Moderno di Piazza della Repubblica in Roma è stato presentato Niente può fermarci. Dopo la proiezione alla conferenza stampa ha partecipato oltre al regista Luigi Cecinelli e il produttore Claudio Zamarion, il cast al completo, Emanuele Propizio, Federico Costantitni, Vincenzo Alfieri, gugliemlmo Amendola, Maria Chiara Auguenti, Serena Autieri, Paolo Calabresi, Massimo Chini, Gian Marco Tognazzi, Gerard Depardieu, Anna Dalton ed Eva Riccobono.

 

Per il regista, i cast come è stato scelto?
Luigi Cecinelli:Il film ha avuto una vita lunga, abbiamo cominciato a prepararlo con Claudio Zamarion in tempi non sospetti, e abbiamo incontrato questi ragazzi, il primo che trovai fu Vincenzo Alfieri di cui esiste un provino filmato che si sente Alfieri che recita e noi dietro che ridiamo, con la telecamera che si muove perché anche l’operatore non reggeva. Dopodiché ho incontrato Emanuele Propizio, poi è sopravvenuto Federico Costantini, che fa sempre il bello e il dannato, gli ho detto se riusciva e lo divertiva fare, lo sfigato con manie e questa cosa lo ha incuriosito;ed infine è arrivato Guglielmo Amendola che è stato l’insospettabile, cercavo una faccia per Mattia e poi l’ho conosciuto ho fatto un po’ di letture e mi è piaciuto, chiudendo così il cast dei ragazzi. Per i genitori è stato un po’ lo shopping di Natale, nel senso che tu fai la lista dei desideri e non sempre ti dice bene, invece io a questo giro ho avuto questi meravigliosi professionisti che poi hanno dato tanto al film, anche improvvisando tra di loro, quando hai degli attori così bravi, non si riesce a dare lo stop.

 

niente uo fermarci castCome è stato recitare in questo film?
Maria Chiara Aguenti:
è stato molto bello perché innanzi tutto ho recitato con quattro attori molto molto bravi, giovani e bravissimo, che mi hanno immediatamente integrata nel gruppo, che mi hanno fare la donna della situazione.

Guglielmo Amendola, come è stato l’esperienza del film?
G.A:
Per me è stata una bellissima esperienza, poiché è da poco che mi sono affacciato a questo mondo e quindi tutto da scoprire e tutto nuovo. Mi sono catapultato in questo mondo e ringrazio veramente tanto Luigi che mi ha dato questa possibilità e i ragazzi che mi hanno veramente aiutato e integrato sul set. Mi sono veramente divertito tantissimo e spero che ci sia un seguito.

Per te Emanuele come è stato recitare con Depardieu?
Emanuele Propizio:
è stato un casino perché lui voleva che bevessi per davvero e invece c’era un succo di frutta al mirtillo che faceva veramente schifo. Ma è stata una bellissima esperienza, in due anni ho avuto la fortuna di lavorare con De Niro e con Depardieu quindi io ho finito qua, è stato un piacere e me ne vado a casa!…Ringrazio tutti il regista e il produttore che ha creduto in questo progetto che doveva partire anni fa, ero minorenne e ora ne ho 22 anni. Con Federico siamo amici da quando eravamo piccoli abbiamo già lavorato insieme, con Guglielmo siamo diventati amici sul set e Vincenzo non lo conoscevo ed è stata bellissimo conoscere anche lui. Ed ho un padre meraviglioso che è Massimo Ghini.

Eva per te come è stato il provino?
Eva Riccobono:
È stato molto divertente, abbiamo fatto un primo incontro tre anni fa, ci siamo piaciuti subito mi ha parlato di questo progetto il mio ruolo mi divertiva, perché potevo far parte di questa allegra combriccola di giovani ragazzi e quando ci siamo reincontrati successivamente io avevo questo provino preparato da un mese e non mi ricordavo bene la parte! Ringrazio Luigi perché ha creduto in me in tempi non sospetti e non sapevo come abbia potuto capirlo, ma il suo talento si vede nei ragazzi che ha scelto.

Federico come ti sei preparato per il ruolo di Leonardo?
Federico Costantini:
Diciamo che il punto d’incontro con questo personaggio è stato che non sono un amante degli insetti, preferirei lottare con un coccodrillo che avere un ape che mi ronza vicino alla faccia, quello è stato il punto d’incontro con il personaggio, ovviamente non posso dire lo stesso della paura delle donne! Quindi ho sfruttato la paura degli insetti per proiettarla su tutto il resto.

Al regista, parte da questa commedia è originale, i quattro ragazzi non sono amici da una vita, ma hanno dei problemi e sono in una clinica, voleva raccontare anche un tema oltre che la solita commedia estiva-romantica?
L.C.: L’idea originale è nata parlando con un amico che fa il volontario in una clinica di questo tipo e mi ha detto che anche per brevi periodi alcuni ragazzi con vari tipi di problemi, andavano in clinica per fare delle terapie. E io ho un amico con la sindrome di Tourette che fa il fotografo e mi ero informato sulle alle tra abbiamo scelto insieme a Ivan Silvestrini (lo sceneggiatore n.d.a.) e capire insieme quelle che potevamo raccontare. In realtà la cosa che mi piaceva raccontare e che a volte che questo tipo di diversità o altri tipi di diversità molto spesso è più negli occhi di chi la vede di chi la vive e mi piaceva raccontare la storia di quattro ragazzi che come “plus” hanno queste quattro problematiche ma che in realtà hanno assolutamente le capacità di gestirle, al contrario dei propri genitori che spesso e volentieri si rapportano che anche per brevi periodi a loro più per la malattia e per le problematiche che in prospettiva il genitore vede per il figlio che non in realtà apprezzandone le diversità le particolarità le persone che comunque al di là di quello che potrebbe essere la malattia possono essere. Infatti secondo me la parte più divertente del film è quando i genitori vanno ad Ibiza e vanno in discoteca e vedono che i figli hanno trovato una dimensione e i genitori sono i quattro disadattati perché non sanno come gestirla la cosa della discoteca.

Niente puo fermarci posterIl contatto con Depardieu come è nato?
L.C.: Depardieu è stato Claudio…siamo un po’ come marito e moglie sono tanti anni che lavoriamo insieme ci si insulta praticamente ogni tre per due però su questa cosa di Depardieu è nata perché da sceneggiatura c’è un pezzo in cui vanno in Francia  “pensa se ci fosse Depardieu sarebbe una ficata eh?!” questa cosa la dici la scrivi e poi si cerca qualcun altro, e dopo un po’ di tempo è venuto Claudio e mi dice “Guarda che c’è Depardieu, ha letto la sceneggiatura, lo diverte molto e quindi lui lo fa” è nato così e  poi abbiamo fatto un incontro. È stato tendenzialmente un grande regalo della produzione perché non me lo sarei mai aspettato di avere la possibilità di dirigere un attore come Depardieu che è un esperienza meravigliosa, perché scherza ride e poi quando stai girando ti da assolutamente il personaggio è quindi è assolutamente meraviglioso starlo a vedere.

Ghini, Calabresi e Tognazzi, cosa vi ha attratto dalla commedia?
G.T.: Per quanto mi riguarda essere costretto ad avere per l’ennesima volta una capigliatura diversa da quella che ho nella vita, anche per essere adeguato a mio figlio e mi divertiva molto l’idea di un personaggio così istituzionale che veniva messo in difficoltà da una patologia del figlio che può creare dei grossi imbarazzi poiu al di là di tutto, poi quando ci sono queste operazioni di un cinema rivolto a un pubblico più giovanile, noi che lo facciamo da un po’ più di tempo troviamo un stimolo in più a lavorare con dei ragazzi che sono giovani e ce iniziano, perché il rapporto che ho avuto direttamente con Vincenzo è stato di grande scoperta, vedo in lui delle grandi doti e quindi vendo una grande opportunità che mi ha dato Luigi ma conoscevo già Emanuele.
P.C.: Adesso si producono commedie per vedere e il fatto che questa è una commedia scritta con ritmo e verosimiglianza, è un fatto raro. È bello che il messaggio del film dica anche che le problematiche dei figli spesso sono frutto delle proiezioni che i genitori nelle loro ansie e nelle loro frustrazioni accumulate probabilmente gli trasmettono quindi se gli si vuole dare uno spessore a questa commedia credo che il senso per me è stato quello.
M.G.: Zamarion mi ha convinto di essere della squadra, dal livello dei discorsi dei figli poi è normale capire perché hanno scelto noi come genitori, c’era una cosa che volevo chiarire. Proprio per non dare l’idea del film estivo, le sindromi di cui parliamo è una questione molto seria, mi era piaciuta fin dall’inizio l’idea di trovarsi in chiave di commedia ascoltare un argomento e più vedere com’era il risvolto della responsabilità dei genitori.

Stefania Buccinnà
Stefania Buccinnà
Sono un appassionata di Cinema e Serie televisive americane, motivo per cui mi sono iscritta all'università e mi sono laureata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo Digitale presso l'università La Sapienza in Roma dove ho conseguito anche un Master di Primo Livello in Montaggio Video e Audio. Amo costruire strutture per immagini e scrivo per piacere, pensando che le due cose sono molto simili ma con grammatiche diverse. In fondo per me, scrivere una frase è come mettere insieme una scena.
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