#RomaFF13, Barry Jenkins: “Il mio cinema celebra la bellezza della vita”

barry jenkins

La vita di Barry Jenkins, regista cresciuto nel quartiere di Liberty City a Miami, è totalmente cambiata dopo l’Oscar vinto con Moonlight nel 2017 (ricordate la gaffe dei presentatori che pronunciarono per errore il nome di La La Land?). “Solo un po’, ma perché adesso – al contrario di qualche anno fa – la gente inizia a rispondere alle mie mail. Oggi la sfida è saper dire di no e rifiutare le proposte con saggezza“, racconta Jankins sorridente durante la conferenza stampa di If Beale Street Could Talk, terzo lavoro presentato alla Festa del Cinema di Roma dopo il passaggio a Toronto.

 

Il film traduce sul grande schermo il romanzo omonimo di James Baldwin, ambientato negli anni settanta nel quartiere di Harlem, a Manhattan, dove la diciannovenne Tish e il fidanzato Alonzo, detto Fonny, sognano un futuro insieme. Ma quando il ragazzo viene arrestato per un crimine che non ha commesso, Tish, che ha da poco scoperto di essere incinta, fa di tutto per scagionarlo, con il sostegno incondizionato di parenti e genitori.

If Beale Street Could Talk

Sono un fan di Baldwin fin dai tempi del college, dove fu una ragazza con cui stavo e che mi mollò a suggerirmi di leggere questo libro. Amo il suo modo di scrivere e l’espressione della sensualità attraverso una voce che riesce a combinare amore, passione e critica del sistema giudiziario e sociale nei confronti dei neri in America“, spiega Jenkins soffermandosi sul processo di adattamento cinematografico: “Come sceneggiatore e regista cerco sempre di restare fedele allo spirito del romanzo, m anche di riflettere nel film il mondo in cui sono cresciuto e tutto ciò che ho imparato semplicemente guardando gli altri e i piccoli gesti che compievano. Ciò che mi interessa è proprio questo, restituire i dettagli delle relazioni, che è quello che ci unisce come persone“.

If Beale Street Could Talk: il trailer del nuovo film di Barry Jenkins

Del libro di Baldwin, pubblicato nel 1979, il regista dice di aver conservato “la stessa idea di amore che aiuta a supera ogni difficoltà, anche nella situazioni difficili in cui si sono ritrovati gli afroamericani durante tutto il corso della storia a causa di fondamenta sbagliate. Perché nonostante il dolore e la sofferenza c’è ancora gioia, e con il cinema voglio ancora celebrare la bellezza della vita. E la bellezza per me è come un ricordo, non realistico, ma quasi evanescente, che appartiene ad un’altra realtà espressionista e romantica“.

Sulle differenze tra la protagonista di If Beale Street Could Talk e il personaggio principale di Moonlight, Barry Jenkins spiega che “non c’è somiglianza fra i due. Chiron era un ragazzo molto distante dal pubblico con cui era difficile relazionarsi perché stava fuggendo da se stesso; Tish invece rappresenta  qualcuno che vorresti proteggere, come fa la sua famiglia e come ho cercato di fare io come regista. Volevo che ogni scena fosse un abbraccio verso di lei.

If Beale Street Could Talk arriverà nelle nostre sale il prossimo 14 febbraio 2019 distribuito da Lucky Red.

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