Oggi a Roma, Terry Gilliam insieme al suo cast ha presentato alla stampa il suo ultimo lavoro, il divertente quanto inquietante cortometraggio The Wholly Family, ambientato nella pittoresca via dei pastori di Napoli, San Gregorio Armeno. Il progetto, oltre a rappresentare l’ennesima manifestazione della visione caotica, festosa e contemporaneamente macabra del mondo del regista, è anche un buon esempio di imprenditoria italiana che si mette al servizio dell’arte e della cultura. Il film è stato infatti prodotto dal Pastificio Garofalo in collaborazione con la Campania Film Commission, ai rappresentati della Garofalo è stato quindi chiesto come è nata questa collaborazione.

 

E’ stato Gilliam a coinvolgerci – ha risposto Emidio Mansi di Pasta Garofalo – Garofalo firma il cinema da molto tempo e quello che si acquista quindi non è solo un prodotto e delle materie prime, ma un marchio vero e proprio. Abbiamo cominciato perché il nostro intento era quello di portare il piacere della nostra pasta al cinema, comunicando i valori di chi la produce.

– Qual è il suo rapporto con Napoli? Gilliam: “E’ un rapporto sensuale. È una città bellissima e la prima volta che l’ho visitata ho avuto l’impressione di entrare nel cuore di un vulcano, sono stato travolto dalla grande energia di questa città. Sono sempre stato attratto da questi estremi e la sua gente è li per insegnarti a godere della vita, ma anche a godere dell’impossibilità della vita stessa.”

– Si è documentato per la rappresentazione di Pulcinella? Gilliam: “Mi è sempre piaciuto questo personaggio, è una forma di caos e pericolo. Quando ho visto San Gregorio Armeno e la sua atmosfera ho capito che poteva essere un buon punto di partenza.

– Le sue favole sono sempre inquietanti, non sono rassicuranti come quelle di Spielberg. Gilliam: “Si, credo che le favole siano utili solo se fanno paura. E credo sia questo il motivo per cui lui ha più successo di me (ride). Io preferisco comunicare alle persone che esistono anche i mostri.”

Presente in sala anche il piccolo protagonista che non aveva mai lavorato al cinema, “era la cosa più pericolosa del progetto” ha detto il regista in merito, “ma mi piace mettermi in gioco, mi piace giocare a fare il pittore e scegliere trai tanti consigli che mi vengono dati. Mi piace collaborare.” Cristiana Capotondi interpreta invece la madre protettiva che “vede la città di Napoli con gli occhi dei Tg ed ha paura per il figlio. Ma quando si fa esperienza della cose che non si conoscono si impara ad apprezzarle. Terry è molto brava a capire gli italiani e questa loro caratteristica.”

– Qual è stata la relazione tra la storia e le location? Gilliam: “E’ una relazione in divenire. Ogni volta che mi mostravano un posto diverso che mi piaceva lo inserivo nel film. È stato un dialogo con la città.”

– Ha scelto di far vedere i rifiuti… Gilliam: “Ho preso questa decisione perché quella piazza mi piaceva, ma quando siamo andati a girare avevano ripulito tutto, allora siamo stati costretti a raccogliere altra spazzatura e rimetterla lì dove la volevamo.”

–La colonna sonora è di Sepe. Gilliam: “Volevo un musicista napoletano. Sepe ci ha mandato i cd ed io ho capito che era quello giusto. Così abbiamo avuto anche una bellissima soundtrack che rispecchia l’ironia che volevo che passasse ma anche il pericolo e la follia.”

–E per il suo Don Chisciotte? Gilliam: “Speriamo…

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