Venezia 72: Johnny Depp e il suo lato malvagio al Lido

Oggi a Venezia c’è qualcosa di strano nell’aria, non solo appare più rarefatta, sin da questa mattina si possono scorgere orde di ragazzine accampate lungo il tappeto rosso della 72a Mostra del Cinema. L’undicesima piaga di Mosè? L’arrivo silenzioso dell’asteroide Melancholia? No, è solo il giorno di Black Mass, dunque di Dakota Johnson e – soprattutto – Johnny Depp. L’attore feticcio di Tim Burton è arrivato in Laguna con un strano ciuffo cadente, molto probabilmente più finto di una moneta da 5 euro, e una forma fisica discutibile.

 

È apparso infatti appesantito, con troppi chili in eccesso rispetto al ragazzone adorato dal genere femminile tutto negli ultimi 20 anni. Poco importa però se il sorriso campeggia sul suo volto, se l’umore è talmente ottimo da permettergli di scherzare sui suoi cani ‘illegali’ e la recente questione con l’Australia, “li ho uccisi e li ho mangiati, ordine di un ciccione australiano”. Importa poco della sua pessima forma anche se torna finalmente a recitare in film di un certo interesse, magnetici, appassionanti, come Black Mass.

black massSuo il complicato ruolo di Jimmy “Whitey” Bulger, gangster di Boston capace di controllare la città e l’FBI come Mangiafuoco con le marionette, impersonato con cura e talento (per saperne di più ecco la nostra recensione). Un personaggio estremamente violento, complicato, per il quale è necessario possedere una grande cattiveria, un po’ come ai tempi di John Dillinger in Nemico Pubblico. “Non ho avuto grossi problemi, ho trovato il mio lato malvagio molti anni fa, l’ho accettato e siamo grandi amici adesso” sorride. “Ho pensato a Bulger come a un normale essere umano, non come un cattivo assoluto, avevo paura di creare una caricatura altrimenti. Non è importante avere ruoli da buono o da cattivo, l’essenziale è renderli reali, poiché sono esistiti veramente. Dillinger era considerato quasi un moderno Robin Hood, persino divertente e sensibile a detta dei suoi parenti, Bulger invece è un essere umano più complesso. Ho cercato di ricreare tutte le sue facce canoniche osservando i pochi video di sorveglianza esistenti, di mostrare il suo lato paterno, l’uomo d’affari e l’omicida brutale che in realtà è. Ho provato a incontrarlo ma lo stesso Bulger ha rifiutato con discrezione.” Whitey Bulger è infatti ancora vivo, sconta i suoi due ergastoli in prigione dopo la cattura del 2011, dopo oltre dieci anni di latitanza. Passato l’incontro con i giornalisti, il prossimo passo è la proiezione pubblica in serata, con migliaia di ragazzine urlanti che attendono solo lui, Edward Mani di Forbice, il pirata Jack Sparrow, Willie Wonka, “non ho per niente paura di affrontare i fan, anzi, non amo neppure chiamarli fan, sono i nostri capi.” “Sono loro che vanno al cinema, loro che decidono di spendere dei soldi per vedermi recitare, li rispetto incredibilmente. Adoro i miei capi.” Speriamo che a breve, sotto i riflettori e in balia dei selfie senza controllo, non cambi idea.

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