La collaborazione tra Hbo-Rai Fiction e Timvision, con a Lorenzo Mieli, produttore con Mario Gianani per Wildside (insieme a Domenico Procacci per Fandango) porta sullo schermo L’Amica Geniale, la serie basata sulla tetralogia di Elena Ferrante, che ha partecipato in prima persona al lavoro di adattamento e di costruzione della serie. Saverio Costanzo , regista della seria, ha parlato del lavoro di adattamento e di cosa ha reso L’Amica Geniale il successo mondiale che l’ha fatta girare in tutto il mondo.
Ma come si lavora con una persona che nasconde la sua identità? Quello di Elena Ferrante è infatti ancora un mistero, un genio della narrativa italiana di cui non si conosce nulla, soltanto un nome, forse fittizio, e la sua incredibile capacità di raccontare. La Ferrante ha portato avanti un fitto scambio di e-mail con Saverio Costanzo, regista che ha diretto la serie ed è “stata molto vicina al progetto e fin dall’inizio è stata una specie di sorvegliante dei libri e di questo tentativo di fare la migliore trasposizione possibile.”
La scrittrice ha quindi collaborato con mente aperta, per il bene dell’adattamento nel rispetto dei suoi romanzi, riponendo grande fiducia nel regista. Il lavoro è stato quello che si fa per un film e il risultato è un insieme di voci, quella dei libri e della grande autrice, ma anche quella dell’autore che era stato chiamato a dirigere.
In merito alle altissime aspettative che tutti ripongono nella serie, Saverio Costanzo ha commentato: “Il mio coinvolgimento in quest’avventura è merito di Elena Ferrante. Avevo letto la tetralogia e non avrei mai pensato di realizzare una serie, ma quando mi è stato proposto non ho avuto nessuna esitazione, perché un regista per riuscire a trovare l’orientamento e decidere se raccontare o meno una storia, deve prima decidere se il nucleo, il cuore di quel racconto somiglia a quello che lui può mettere in scena. Sin dai primi libri di Elena, ho sentito che tra di noi c’era una condivisione di idee e di rappresentazione, un’ostinazione alla ricerca pericolosa di una verità drammaturgica. Il fatto che fosse un progetto molto ampio non mi ha spaventato perché io avevo un nucleo piccolo da salvaguardare e quello non mi avrebbe fatto smarrire. Più che come una responsabilità, ho vissuto il mio lavoro a questo progetto come un privilegio.”

In merito invece alla messa in scena della serie, vista nelle prime due puntate mostrate alla Mostra, Saverio Costanzo ha dichiarato: “Elena Ferrante è molto precisa nelle descrizioni e la soggettività del lettore riempie le facce con la sua storia personale. Ma avendo una matrice così coerente io sapevo esattamente cosa cercare. Cone le quattro attrici protagoniste è stato così, quando le ho viste sapevo che erano loro.”

