Anni da cane, recensione del film di Fabio Mollo #RFF16

Il film vede protagonista Aurora Giovinazzo, il personaggio principale anche di Freaks Out di Gabriele Mainetti, al cinema dal 28 ottobre.

Anni da cane film 2021

Anni da cane è il primo film Amazon Original prodotto in Italia. Diretto da Fabio Mollo, è stato presentato quest’anno alla Festa del Cinema a Roma nella sezione Alice nella Città, ed è il terzo lungometraggio per il regista. Gli altri due erano stati Il sud è niente del 2013 e Il padre d’Italia del 2017 di cui Mollo aveva anche curato la sceneggiatura. Anni da cane, invece, parte da una scrittura di Mary Stella Brugiati e Alessandro Bosi e si tratta di un cambio di rotta, per alcuni versi, dello stile che il regista aveva adottato in precedenza.

 

Anni da cane, la trama

La storia parla di Stella (l’incredibile Aurora Giovinazzo di Freaks Out di Gabriele Mainetti) che sta per compiere sedici anni, ma che in realtà è fermamente convinta siano centododici, e che quindi ogni suo anno sia da moltiplicare per sette, come si fa con i cani.

Anni da cane si apre con questa spiegazione fatta in voice over, con un’inquadratura capovolta che fa quasi pensare che Stella sia appartenente ad un altro modo e che abbia dei poteri speciali. Come in Freaks Out, dopotutto. E invece no. Di qui a poco si parte con un teen movie con tutti i crismi e full optional.

Stella, stante l’idea che stia per morire, stila una lunga lista di cose da fare prima che ciò accada (perché, secondo lei, senz’altro accadrà) e lo presenta alla sua fedele – e a lei totalmente dedita – amica Nina (Isabella Mottinelli). Si recando dunque ad una festa in maschera, con costumi ovviamente ridicoli ma perfettamente confezionati, al termine della quale Stella dovrà spuntare dall’elenco la voce “dare il primo bacio”. Lì conoscerà altri due elementi cardine della commedia adolescenziale: il migliore amico gay che si unirà subito e incondizionatamente al duo di giovinette, e l’inaspettato ragazzo carino ma che non se la tira: Giulio l’uno (Luca Vannuccini) e Matte l’altro (Federico Cesari).

Al tutto uniamo una mamma dolce e disponibile, ma sola e disarmata (Sabrina Impacciatore), e Achille Lauro che fa un’ospitata nel ruolo di se stesso e canta in anteprima il suo nuovo pezzo Io e te.

Uno stile consolidato ma scimiottato

Il film di Fabio Mollo ha dalla sua che punta, lanciandosi di pancia, su uno stile estetico e strutturale ormai consolidato, se non fosse che lo scimmiotta. L’abbigliamento anni ’80 è ormai rientrato in campo da più di cinque anni che, in termini di mercato, è un tempo lunghissimo. Ciò non significa che abbia esaurito il suo potere attrattivo, tutt’altro, ma certamente non può essere la leva squillante su cui basare dei modelli liceali. Tanto più che lo scheletro dei personaggi e dei loro profili è a sua volta scarno e totalmente aderente a quanto visto per anni tra i corridoi di centinaia di high schools foderate dagli iconici armadietti di metallo. E chiaramente il problema non è certo attingere dal passato o dall’attualità, bensì non elaborarli oppure perdersi per strada nel tentativo di provarci.

Aurora Giovinazzo su tutti

Infatti potrebbe essere tutto riassunto con un maldestro effetto della scrittura di una storia che non è stata adeguatamente sistemata in corso di esecuzione visiva per cercarne un’armonia e profondità narrative. Gli attori sono bravi, non fosse altro per la recente prova di alcuni di loro, su tutti, appunto, Aurora Giovinazzo. Ed è sorprendente osservare quanto poco richieda per un interprete sembrare scadente quando è impreciso quello che gli viene richiesto.

Ad ogni modo le intenzioni sono state davvero le migliori: il soggetto e la trama in sé sono efficaci, così come le tematiche accennate, e lo sviluppo avrebbe potuto generare un gran bel prodotto, anche alla luce di tutti i vantaggi estetici – i ragazzi funzionano veramente tutti. Ma così non è andata, e se ne prende tristemente atto. Anni da cane è su Amazon Prime dal 22 ottobre.

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