Biagio: recensione del film di Pasquale Scimeca

Biagio

“Prima avevo tutto e non ero mai contento. Ora non ho niente e sono sereno.” Pasquale Scimeca porta al Festival di Roma 2014, in concorso, nella sezione Cinema D’Oggi, Biagio, storia del famoso missionario di Palermo. Ripercorrendo passo passo cosa ha portato Biagio Conte alle scelte radicali della sua vita, Scimeca ci offre un personaggio ispirante, poco conosciuto dalle generazioni più giovani.

 

Parte di una famiglia benestante di Palermo, Biagio (Marcello Mazzarella) decide di andarsene di casa a 25 anni. Cercato dalla famiglia anche tramite Chi L’Ha Visto?, era lui stesso a non voler essere trovato. Nauseato dal materialismo e dal consumismo che lo circondavano nella vita di tutti i giorni,oltre che alla sofferenza che vedeva nei volti di tante persone, decide di riavvicinarsi alla verità immergendosi nella natura. Vive  da eremita per un po’ in mezzo alle montagne siciliane, aiutato dai pastori locali (Vincenzo Albanese e Omar Noto), che si accorgono da subito che quell’uomo magrolino e con un berretto ricavato da una manica di un maglione non poteva nuocere a nessuno. In solitudine Biagio ritrova la serenità e si ritrova negli scritti e nella spiritualità di San Francesco.Si reca in pellegrinaggio a piedi ad Assisi e di ritorno, pronto ad andare ad aiutare i poveri in Africa, si sentirà costretto a rimanere a Palermo. Il degrado e la sofferenza che ritrova nella sua città gli fanno capire che la sua missione è lì, proprio nel luogo da cui era scappato. Nasce così la sua Missione di Speranza e Carità dove aiuta le persone più bisognose, i suoi “fratelli”.

Biagio, il film

Storie come questa sono illuminanti di questi tempi, un periodo storico che non comprende scelte del genere, una popolazione devota al dio denaro e l’accumulo di beni non primari. Biagio Conte è un uomo che ha votato la sua vita all’aiuto del prossimo, missionario non in luoghi lontani, ma nel suo stesso paese che lo ha esasperatamente portato alle scelte drastiche della sua vita. Scimeca racconta in modo intimo e coinvolgente quest’uomo, rendendoci partecipi delle sue scelte e immedesimandosi con lo stesso Biagio, senza giudicare o osannare le sue azioni e regalando una splendida fotografia dell’entroterra siciliano.

 

 

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