Ci Vuole un Gran Fisico

In Ci Vuole un Gran Fisico Eva (Angela Finocchiaro) è una donna come tante, sempre di corsa, con mille cose da fare e tante persone a cui pensare: la figlia ribelle (Antonella Lo Coco, che dal palcoscenico di X Factor approda per la prima volta sul grande schermo), la madre troppo arzilla per la sua età (Rosalina Neri), l’ex-marito scroccone (Elio), il capo misogino e spietato (Raul Cremona), l’amica coetanea che non si cura del passare degli anni (Laura Marinoni) e  un collega che la corteggia forse troppo timidamente (Jurij Ferrini). In più il giorno dei suoi 50 anni si avvicina e gli effetti della menopausa non le danno tregua. Sopraffatta dallo stress ma incapace di chiedere aiuto, solo con l’intervento di un angelo molto particolare (Giovanni Storti) potrà vedere la luce alla fine del tunnel.

 

Ci vuole un gran fisico affronta in modo coraggioso un tema fin troppo ignorato dal cinema italiano: gli alti e bassi della mezz’età e la menopausa. Essendo rappresentata solitamente da personaggi di contorno o da macchiette, questa fascia d’età con i suoi problemi e le sue contraddizioni, ma anche con i suoi lati comici, non è quasi mai riuscita a conquistarsi il centro della scena. Restano così punti interrogativi nell’immaginario collettivo, che, troppo spesso e troppo facilmente, trovano risposta negli stereotipi, non colmando le lacune e non sfruttando nemmeno le ampie potenzialità narrative di quest’argomento. Sebbene tratti diversi aspetti della menopausa considerati tabù, esorcizzandoli attraverso gag divertenti, la sceneggiatura pecca nell’assenza di fluidità e di coerenza narrativa. Scene di vita quotidiana della protagonista si alternano ai bizzarri sogni che ne affollano la mente fino al punto di svolta, troppo rimandato, cui seguono poi in maniera frettolosa e superficiale gli eventi che porteranno alla fine del film.

Ci Vuole un Gran Fisico, il film

L’insufficienza del prodotto può dipendere dal grande numero di mani dietro la sceneggiatura, ben quattro persone (Valerio Bariletti, Walter Fontana, Pasquale Plastino e Angela Finocchiaro), che forse la regista Sophie Chiarello, alla sua opera prima, non ha saputo gestire al meglio, seppur affiancata in post-produzione dal noto ed esperto montatore Marco Spoletini.

I simpatici camei di Aldo/tassista, Giacomo/cliente e Paolo Hendel/uomo ‘manomorta’, insieme ad alcune situazioni fastidiosamente surreali, tolgono altra sostanza ad un film che perde per strada i suoi punti forti senza accorgersene.

Prodotto da Medusa Film e realizzato da Paolo Guerra per AGIDI srl, Ci vuole un grand fisico arriverà nella sale Italia il 7 Marzo, pronto a sfidare validissimi concorrenti, tra cui un’altra opera prima italiana, un film candidato a ben 8 Oscar e un fantasy di casa Disney.

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