E ora dove andiamo? : recensione del film di Nadine Labaki

E ora dove andiamo?

In E ora dove andiamo? in un non ben precisato paese del Medio-Oriente impazza la guerra civile, una guerra dettata, guarda caso, dalle solite divisioni religiose. Lontano da tutto questo, sperduto nelle amenità di rocciose e aride montagne, convivono in un piccolo villaggio, gli uni accanto agli altri, cristiani e musulmani, una convivenza difficile e sempre a rischio ma tenuta in piedi dalle caparbie donne del luogo, mogli e madri stanche di piangere nuove vittime.

 

La tensione tra gli uomini, divisi da fedi differenti, è sempre al limite, piccoli episodi e incomprensioni possono sfociare in una tragica guerra da un momento all’altro. Le donne, separate dalla fede ma unite nel desiderio di pace, faranno di tutto, per evitare che anche nel loro piccolo villaggio la violenza e la morte vincano sulla vita e sulla civile convivenza tra uomini.

E ora dove andiamo?, il film

E ora dove andiamo? è il nuovo film di Nadine Labaki, regista oltre che bellissima interprete, che torna nelle sale dopo il successo internazionale di Caramel del 2006. E ora dove andiamo? che uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 gennaio, è una sorta di favola moderna che racconta con sensibilità e ironia il dramma che incatena da sempre la civiltà mediorentale, l’odio e l’intolleranza religiosa. Come ammesso dalla stessa regista, il film non vuole affrontare l’argomento in tono drammatico ma si pone al pubblico come commedia dove si susseguono sequenze e situazioni molto divertenti nel chiaro tentativo di sdrammatizzare l’argomento trattato.

Il punto è che per una donna nata e cresciuta a Beirut come la Labaki, impostare una commedia attorno ad un tema tanto drammaticamente presente nel mondo arabo è un’impresa quasi improba. Infatti la regista è quasi costretta o forse imprescindibilmente spinta ad alternare scene di grande ironia e leggerezza con altre dall’alto contenuto drammatico, scene di grande intensità emotiva; difficile  considerare il film una semplice commedia. Come detto Nadine Labaki oltre che regista è anche una delle interpreti protagoniste del film, un’interpretazione intensa e appassionata di una donna dotata di un fascino e una bellezza fuori dal comune. Il resto del cast artistico di E ora dove andiamo? è costituito per lo più da attori e attrici non professionisti, gente comune presa dalla strada di cui la Labaki voleva esaltare e sfruttare tutte le peculiarità espressive. Il risultato è sicuramente centrato in quanto le varie interpretazioni convincono proprio per la loro spontaneità e per il loro realismo, effetto che forse non sarebbe stato garantito da attori veri.

Da sempre appassionata dei musical americani come “Grease”, la bella regista libanese ha introdotto nel suo film diverse scene ballate e cantate avvalendosi della preziosissima collaborazione di Khaled Mouzanar, musicista oltre che marito di Nadine. Mouzanar aveva già eseguito le musiche per Caramel e anche con grandi apprezzamenti, per E ora dove andiamo? ha orchestrato una vera e propria opera musicale con l’aiuto di diversi musicisti e cantanti tra cui Tania Saleh, artista e autrice molto dotata. E ora dove andiamo? non si può certo definire un musical ma la componente musicale è indubbiamente fondamentale ed in alcuni casi essenziale per capire al meglio la trama narrativa; tramite un nascosto canto interiore, il pubblico scopre i reali sentimenti che legano Amal (Nadine Labaki) e Rabih (Julien Farhat), innamorati ma, cristiana l’una e musulmano l’altro, restii a dichiarare il proprio amore.

E ora dove andiamo? è un film dal chiaro e forte intento educativo, moralizzatore e ammonitore rivolto a chi, in tutto il mondo, non è capace di amare o anche solo vivere accanto a uomini e donne visti solo nelle loro diversità. E’ chiaro che la regista nel disegnare e raccontare questa favola dolce-amara ha pensato e si è ispirata al suo contesto di vita, quello di un Libano che da decenni non trova pace e tranquillità, ma il suo film lancia un messaggio rivolto a tutti, senza distinzione e sorvolando ogni confine geografico, linguistico o religioso. Nulla può giustificare la violenza, nulla può valere l’odio e l’intolleranza, nemmeno Dio. Il titolo che riprende l’ultima battuta del film, E ora dove andiamo?, è purtroppo l’interrogativo che la regista rimanda allo spettatore in quanto il presente, il mondo di oggi, non ne svela la soluzione.

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