Festa di Roma 2015: Registro di Classe recensione del film di Gianni Amelio

Nella quarta giornata della Festa del Cinema di Roma 2015 è stato presentato  nella Selezione Ufficiale Registro di Classe, documentario di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani.

 

Scavando negli archivi dell’Istituto Luce-Cinecittà, delle teche Rai e altri luoghi accessibili a pochi, il regista insieme alla sua montatrice ci porta all’interno dell’evoluzione del mondo dell’educazione, concentrandosi su chi frequentava la ‘scuola dell’obbligo’, con testimonianze di bambini, genitori e maestre. I filmati inclusi in Registro di Classe-Libro Primo ricoprono un arco di tempo che va dal 1900 al 1960 circa e sono solo la prima parte di questo progetto.

Dagli anni della guerra fino alla fine degli anni cinquanta la scuola primaria ha subito grandi cambiamenti, sia in termini di insegnamento ma anche in termini di accessibilità: si nota che con il passare del tempo è stato compreso che l’insegnamento non doveva essere destinato solo ai ricchi e privilegiati, ma la lotta all’analfabetismo, sia infantile ma soprattutto in età adulta era una cosa necessaria per il progresso di un paese in forte crescita. Attraverso filmati di grande importanza storica che documentano la scuola nel ventennio fascista dell’Istituto Luce fino ai registri di classe originali ritrovati negli archivi del MIUR -il più antico risale al 1907-, Gianni Amelio dipinge un quadro preciso della scuola italiana da nord a sud mostrandoci che tante cose, in più di un secolo, non sono ancora cambiate.

Lasciando parlare i filmati originali, senza l’aiuto di una voce narrante, ma usando solo una meticolosa selezione di documenti, Amelio e Pagliarani ci consegnano un progetto di grande rilevanza educativa ma che finisce per non convincere essendo un semplice montaggio di materiale non abbastanza rielaborato.

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