Jimmy (Alexi Mathieu) vive con la madre, il compagno di lei e il fratellino, al quale è costretto a fare da padre per la totale inadeguatezza degli altri due.
Dipendenti da droga e alcool, infatti, Pris (Angelica Sarre), debole e rassegnata, e Duke (Pierre Deladonchamps) violento e senza alcuna morale, vivono di piccole attività di microcriminalità e conducono la loro vita in un caos che domina tutti i suoi aspetti. Tra feste a base di droga e sesso e violenze domestiche, i due bambini passano fra le mura di casa solo il tempo necessario, cercando di evaderne il più possibile e trovandosi a dover gestire anche gli assistenti sociali.
A causa della situazione in cui è forzato a vivere, Jimmy non può fare a meno di sobbarcarsi la responsabilità delle cure del fratellino minore, Kevin e, all’occasione anche il ruolo di protettore della madre.
Une
Enfance è la storia di un’infanzia rubata prima
ancora di aver avuto l’occasione di assaporarla. Philippe
Claudel ci accompagna nella quotidianità di Jimmy
attraverso i suoi occhi che, mai, riescono ad aprirsi a un sorriso
o a una lacrima.
Nessuna emozione riesce
ad affiorare sul volto del protagonista, eppure si riesce a
percepire benissimo il suo desiderio di essere libero di vivere la
sua innocenza e, più ancora, si fa sentire la consapevolezza di non
poter abbandonarsi ai suoi sogni perché, come lui stesso dice in
una battuta del film, non fa mai dei sogni. Claudel, anche
sceneggiatore oltre che regista del film, firma un copione dalla
rara compostezza. Poche battute, ma semplici e incredibilmente
giuste, che associate alle immagini riescono a toccare
immediatamente il cuore della vicenda narrata. Non c’è il minimo
artefatto, non c’è ombra di forzatura, il film appare quasi un
reportage piuttosto che un prodotto di fiction per il suo realismo
senza sbavature. Azzeccati gli interpreti, così credibili nei loro
ruoli che viene da chiedersi se la storia che mettono in scena non
sia proprio la loro.
Tuttavia questo estremo “verismo” fa sentire, in alcuni punti, la mancanza di un crescendo che ci si aspetta, prima della risoluzione della vicenda. Il tono resta quasi sempre sulla stessa frequenza, manca di ritmo e rischia di risucchiare con sé la forza stessa del film. Insomma, a volte, il vero può essere noioso, se portato avanti per tutta la durata del film senza alcuna scossa, anche minima.
La storia non ha infatti veri e propri sviluppi, i giorni si susseguono e così i problemi del ragazzo, proprio come ci si aspetta che succeda. Eppure il sorriso finale, finalmente sbocciato sul volto di Jimmy, ci trasmette tutte le cose per cui le parole, spesso, sono troppo piccole.