Hansel & Gretel e la Strega della Foresta Nera: recensione

Hansel & Gretel e la Strega della Foresta Nera

Hansel & Gretel e la Strega della Foresta Nera è un progetto horror low budget, diretto da Duane Journey, che riprende i nomi dei personaggi del racconto solo per mere ragioni commerciali, poiché a parte alcuni riferimenti c’è veramente poco in comune con la fiaba di Hansel & Gretel dei fratelli Grimm.

 

Per prima cosa dimenticate la vecchia fiaba per i bambini. Che le fiabe siano oggetto di trasposizioni moderne non è certo una novità, quindi perché meravigliarsi del fatto che la strega di Hansel e Gretel ormai non attiri più i ragazzini con caramelle e leccornie varie ma con erba? Già protagonisti nel 2013 in un film in cui, cresciuti, davano la caccia alle streghe, Hansel e Gretel tornano con una versione attualizzata e infedele, a parte qualche riferimento, della fiaba dei fratelli Grimm dove diventano dei teenager di Pasadena.

È praticamente un teen slasher, con qualche sprizzo di vago torture porn, questo adattamento di Hansel & Gretel – il terzo arrivato al cinema solo nel 2013 (Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe e Asylum, inedito in Italia), in cui praticamente la protagonista principale è Gretel, mentre Hansel sembra quasi farle da spalla, entrando in scena praticamente solo nel finale.

Forse con intenti provocatori il regista Duane Journey inonda la scena con sangue, carne e tessuti umani delle vittime prese prigioniere, e l’idea di partenza non è male, l’idea di trasformare una favola per bambini in un horror in chiave moderna è veramente buona, ma dopo una partenza promettente, Hansel e Gretel e la Strega della Foresta Nera si limita a mettere in scena l’antico canovaccio, con una trama esile e scontata, riproponendo luoghi comuni, cliché e un repertorio vastissimo di stereotipi, tra i quali anche la componente demenziale dei vari Scary Movie, con effetti che, per quanto ben fatti, appesantiscono e basta la trama, ottenendo solo una perdita di pazienza da parte dello spettatore; un horror molto leggero insomma che non riesce a spaventare o ad impressionare, nonostante non ci sia niente di risparmiato, ma neanche a divertire, se questo era l’intento.

Unica nota positiva: l’interpretazione di Lara Flynn Boyle (I Segreti di Twin Peaks, Men in Black II) che riesce a donare al personaggio della strega quella dose giusta di autoironia; dispiace vedere Cary Elwes (Robin Hood – Un Uomo in Calzamaglia, Saw) in un ruolo di secondaria importanza, mentre un velo pietoso è da stendere sulle interpretazioni dei due protagonisti, Michael Welch (Twilight) e Molly C. Quinn (Castle), al punto che nel finale il tifo va inevitabilmente alla perfida strega.

Distribuita dalla Adler, questa fiaba horror dai risvolti inevitabilmente comici, è nelle sale italiane dal 6 febbraio. Sconsigliato ai deboli di stomaco.

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