La città verrà distrutta all’alba – recensione

La città verrà distrutta all'alba

La città verrà distrutta all’alba è il remake dell’omonimo film del 1973 diretto dal maestro  George Romero (titolo originale “The Crazies).

 

Alla regia c’è Breck Eisner, regista statunitense non alle prime armi col genere horror e che già ha mostrato le sue abilità in molti sceneggiati televisivi in terra americana, come produttore esecutivo ritroviamo Romero che dovrebbe in un certo senso garantire una certa qualità sotto la sua supervisione.

La città verrà distrutta all’alba

La trama è presto detta: Ogden Marsh è una cittadina americana dove tutto scorre tranquillamente, gli abitanti sono i classici cittadini modello e lo sceriffo non ha grossi grattacapi finché un giorno durante una partita di baseball, l’agricoltore Rory Hamill non decide di entrare sul campo con un fucile senza un non ben precisato motivo se non quello che di uccidere qualche sconosciuto, Dadid Dutton è quindi costretto ad ucciderlo per non rischiare la vita di nessun innocente.

La cosa sembra finire lì ma ben presto la maggior parte degli abitanti comincia a comportarsi stranamente per poi nel giro di 48 ore diventare degli assassini senza scrupoli. Lo sceriffo decide quindi, in una città allo sbando totale, di fuggire insieme a pochi superstiti non contagiati.

La questione sembrerebbe già complicata così, se non che il governo venuto a conoscenza della situazione cittadina, decide di intervenire con forze armate alla disinfestazione e all’uccisione di chiunque mostri i sintomi della pazzia.

Devo dire che questo è uno dei pochissimi remake in grado di migliorare le pellicole da cui prendono spunto, sarà che i mezzi odierni hanno permesso notevoli migliorie per gli effetti speciali e che la regia di Eisner non è niente male regalando anche alcune scene particolarmente affascinanti (una per tutte la moglie dello sceriffo illuminata dai fari della trebbiatrice abbandonata) sta di fatto che la pellicola scorre senza problemi ricalcando in pieno lo spirito che faceva parte dell’originale.

Certamente non vi è nulla di nuovo sotto al sole e per chi conosce bene le regole di questo genere cinematografico non vi è nulla di innovativo, ma una buona dose di colpi scena e una tensione sempre vivida rendono la pellicola piacevole e sopra la sufficienza.

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