La vida y nada mas: recensione del film di Antonio Méndez Esparza #RomaFF12

la vida e mas nada

La vida y nada mas, presentato all’interno delle Selezione Ufficiale della Festa del cinema di Roma 2017 e diretto da Antonio Méndez Esparza, affronta il rapporto tra genitori e figli adolescenti che vivono in una situazione difficile.

 

Il giovane afroamericano Andrew è alle soglie dell’età adulta ed è in cerca del proprio posto nell’America di oggi. La madre non è intenzionata ad aiutarlo e per cercare di entrare in contatto con il padre assente deve muoversi da solo, anche verso terreni pericolosi.

Il regista, dopo il grande successo di Qui e là del 2012, ritorna a raccontare l’umanità nelle sue situazioni quotidiane. Proprio per questo, la regia insiste soprattutto sui luoghi e sulle azioni che i protagonisti compiono abitualmente, con una ripetizione insistita. Il ritmo del racconto è lento e spesso sfuma lasciando situazioni in sospeso per evidenziare lo stato di incertezza e di difficoltà che vivono i personaggi. Ma la storia non risparmia anche lunghi silenzi e momenti costruiti a comporre un crescendo di tensione.

Andrew, interpretato da Andrew Bleechington, è un adolescente fragile e taciturno che ha bisogno di sostegno. Cerca aiuto all’esterno della sua stessa famiglia, ma non sa distinguere quali siano le persone e i modi giusti da seguire. La madre Regina, interpretata da Regina Williams, è una donna che non sa gestire la situazione familiare e preferisce cercare altri stimoli. Si mostra presente solo con la figlia più piccola, evidentemente meno problematica di un adolescente.

Pur trattando temi difficili, La vida y nada mas smussa i contorni omettendo i particolari più crudi. Si concentra soprattutto sull’aspetto psicologico dei personaggi, su quello che provano quando si sentono incompresi o quando si distraggono con altri stimoli. Questa scelta di edulcorare i temi trattati rende il film meno cattivo ma non per questo banale.

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