Le Meraviglie di Alice Rohrwacher è l’unico film italiano in concorso alla 67esima edizione del Festival del Cinema di Cannes. La regista trentenne porta sul grande schermo una storia insolita fatta di atmosfere discontinue e di generi che si mescolano tra il documentario e la fiaba nella quotidianità della piccola Gelsomina. Il punto di vista della bambina prende vita nella rigida struttura imposta da un padre autoritario, con una concezione idealista e anacronista sul mondo dell’agricoltura e che cerca di lasciare un’eredità culturale ad una figlia sfuggente che provata dal lavoro, dalle responsabilità verso la famiglia e dai paragoni con la sua amica, sogna di lasciare tutto ed andare via con l’aiuto di una bizzarra fata madrina-televisiva, incarnata da una “ciociara” Monica Bellucci.
Così vengono intrecciati i toni duri, sul mondo rurale minacciato da norme europee e da iniziative di cooperative, che sottolinea il decadimento di alcuni sistemi piccoli, semplici ma che conservavano in sé meravigliose libertà che l’era moderna ha cancellato. Per poi mostrare il suo rovescio, un duro scontro tra padre e figlia, fatto di desideri e doveri, di timore e di rispetto per degli archetipi ben sceneggiati e che hanno paura di perdersi con il passare del tempo. Il rapporto viene ulteriormente ostacolato con l’arrivo del “figlio maschio mai avuto” che segnerà in maniera irreversibile la vita della famiglia ma senza incidere nel leitmotiv favoloso ma anzi contribuendo alla sua matrice.
Le Meraviglie, il film
In Le Meraviglie l’estate di quattro sorelle capeggiate da Gelsomina, la primogenita, erede del piccolo e strano regno che suo padre ha costruito per proteggere la sua famiglia dal mondo “che sta per finire”. È un’estate straordinaria, in cui le regole che tengono insieme la famiglia si allentano: da una parte l’arrivo nella loro casa di Martin, un ragazzo tedesco in rieducazione, dall’altro l’incursione nel territorio di un concorso televisivo a premi, “il paese delle Meraviglie”, condotto dalla fata bianca Milly Catena.
Nel film cast riesce a bilanciare tutta la storia, in rilievo ci sono le due bambine, la magnetica e taciturna Maria Alexandra Lungu e il suo opposto Agnese Graziani, che conserva ancora i tratti simpatici e irriverenti dell’infanzia. Buona l’interpretazione di Sam Louwyck padre-padrone che riesce ad esprimersi esclusivamente nel suo mondo e l’insofferente Alba Rohwacher che assorbe i silenzi sofferti delle sue figlie.
Le Meraviglie è un film ben strutturato, caratterizzato da mirate allegorie e precisi riferimenti che la Rohwacher dimostra nella padronanza con la macchina da presa, utilizzando perlopiù carrelli laterali che ci trasportano dal mondo del reale a quello delle fiabe, così come le ombre e luci che compongono il piano dell’immaginario evidenti soprattutto nella parte finale del film. Ma seppur ci siano delle belle idee, la regista si confonde in un racconto che è fin troppo personale il cui eco del ricordo è visibile ma non empatico, inciampando così, nelle sfumature delle varie lingue e nei segreti non confessati delle bambine sottolineando più la malinconia di un tempo che la favola di una bambina.