
Liberami di Federica di Giacomo è stato premiato come miglior film nella sezione Orizzonti alla 73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Padre Cataldo è un sacerdote grosso, rubizzo, dal fare brusco e con un improbabile cappello di lana perennemente in bilico sul capoccione. È un esorcista provetto e intima al demonio di abbandonare il suo posseduto parlandogli al cellulare. No, non è un nuovo film di Alex De La Iglesia, o una avventura di Dylan Dog, ma un singolare documentario realizzato da Federica Di Giacomo.
La regista ha costruito con grande misura e senso della narrazione un film sorprendente, seguendo, con un grande lavoro di ricerca, la vita quotidiana di Padre Cataldo e di un colorito manipolo di guerriglieri del bene, in perenne lotta con il maligno che si annida fetente nel profondo delle viscere di una dolente popolazione della Sicilia di oggi, che mai avremmo immaginato esistere.
Storie estreme di gente
comune: il punk maledetto che sputa, inveisce e striscia come un
ragno, la studentessa modello che viene traviata dal suo ospite
maligno e sorvegliata a vista dai genitori disperati, la donna
dalla vita distrutta per l’emergere continuo di una doppia
personalità malvagia che le impedisce di condurre un esistenza
normale. Tante piccole vicende di persone afflitte che ricorrono
come ultima spiaggia alla religione, al supporto di uomini di fede,
in grado con strambi quanto grotteschi rituali di tenere a bada
problemi di natura psichica, che medici e specialisti hanno
rinunciato a curare.
In tutto il film si avverte una grande sofferenza, uno stato di disagio interiore e uno smarrimento di persone semplici che non hanno più nulla a cui potersi appigliare. E cinicamente si sorride, non ci si capacita di come possa esistere un sottobosco di siffatta ingenuità, che non esita a portare ad accusare il maligno e a dichiarare di essere posseduti. A tratti sembra quasi di vedere i vecchi personaggi di Cinico TV di Ciprì e Maresco, ma sono persone vere, i nostri vicini di casa, individui che tutti i giorni incontriamo sulla nostra strada.
Liberami è consigliato a chi vorrebbe scacciare ogni male con una app gratuita
La chiesa di Padre Cataldo è perennemente stracolma di persone provenienti da ogni parte della Sicilia, ognuna carica dei propri problemi, delle proprie paure, di ansie incontenibili. C’è chi chiede l’intervento dell’esorcista per riuscire a farsi pagare uno stipendio arretrato, o per risolvere problemi di cuore. Ma c’è anche chi realmente combatte con una malvagia forza interiore.
Federica Di
Giacomo sostiene che “l’esorcista è un nuovo guaritore,
spesso l’ultima spiaggia dopo una via crucis di maghi, psichiatri e
rimedi alternativi, metafora di una società in cui l’importante è
trovare una cura, rapida e risolutoria. Anche a costo di
consegnarsi a qualcuno che ci chiama “Satana”.” Dice di aver
scelto di raccontare questa storia dal punto di vista di chi
la vive ogni giorno. “ I cosiddetti “posseduti” sono persone comuni
che si avvicinano alla Chiesa in un momento critico della loro
vita. La loro esperienza si emancipa, quindi, dall’immaginario
horror e acquista una complessità in cui c’è posto anche per
l’ironia”.
Liberami è consigliato a chi vorrebbe scacciare ogni male con una app per tablet o smartphone, magari gratuita.