Nella vita di ognuno di noi ci sono piccoli momenti di felicità, o infelicità, considerati trascurabili perché legati all’apparentemente insignificante, ma che spesso racchiudono il senso di intere esistenze. Parte da queste premesse Francesco Piccolo per scrivere i suoi due libri Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità. Libri ricchi di pensieri, riflessioni e aforismi da cui il regista Daniele Luchetti trae l’ispirazione per il suo nuovo film, intitolato appunto Momenti di trascurabile felicità.
Protagonista del film è Paolo, interpretato da Pif, che in seguito ad un’incidente in cui perde la vita si ritrova in un paradiso che ha l’aspetto di un grande ufficio postale. Qui gli viene comunicato che per via di un errore sul momento della sua morte ha a disposizione ancora un’ora e trentadue minuti di vita, durante la quale dovrà cercare di fare i conti con i momenti salienti della sua vita e trovare il tempo per salutare come si deve i suoi figli e sua moglie, interpretata da Thony.
Per trarre un film da un materiale di partenza così frammentato, Luchetti lavora insieme a Piccolo ad una sceneggiatura che cerca di contenere molti dei momenti elencati nei libri all’interno di un pretesto narrativo, quale è la storia del protagonista Paolo. Questa linea narrativa viene però ben presto sovrastata dal vero intento del film, ovvero quello di costruirsi come flusso di pensieri e ricordi del protagonista. Pensieri e ricordi molto spesso scollegati tra loro, che abbracciano un’intera vita, dall’infanzia alla vita adulta. Pensieri e ricordi in grado di realizzarsi in immagini suggestive, capaci di trasmettere facilmente emozioni che vanno dalla malinconia alla gioia. Perché, come ci tiene a sottolineare il regista, tutti quanti possono riconoscersi in alcuni dei trascurabili momenti di felicità del protagonista.
Presi singolarmente, o quasi, questi momenti sono in grado di intrattenere e raccontare l’importanza delle piccole cose, dei piccoli gesti. Tante piccole storie, che osservate però all’interno del più ampio contesto del film finiscono per generare un ritmo altalenante, con continui salti temporali che rischiano di confondere lo spettatore e far perdere la direzione della narrazione. Lentamente il film di Luchetti si carica di intenzioni troppo grandi e complesse da gestire, e la materia narrativa si dimostra non sorretta a sufficienza dalla sceneggiatura, ma sembra invece affidarsi troppo alla regia ed ai suoi, comunque bravi, attori protagonisti. Tra questi, molto più di Pif, spiccano Renato Carpentieri, che nei panni dell’angelo custode del protagonista sfoggia una buona vena comica, e Thony, che interpretando Agata, la moglie del protagonista, dà vita al personaggio più bello del film. Una donna forte, dolce e profondamente umana.
È un esperimento riuscito in parte quello di Momenti di trascurabile felicità, che si affida ad una narrazione fatta di frammenti che si rivela essere però un’arma a doppio taglio. Se da un lato non mancano momenti di una certa attrattiva, allo stesso tempo ben presenti sono anche quelli dove il ritmo e l’atmosfera si spezzano, e l’assenza di una vera e propria vena comica, in grado di farsi carico di ciò, impedisce al film di sbocciare completamente.