Juan Jesús García Galocha porta al cinema Mummie – A spasso nel tempo, il suo primo lungometraggio d’animazione con la collaborazione degli sceneggiatori Jordi Gasull e Javier López Barreira, con i quali aveva già lavorato ne Le avventure di Taddeo l’esploratore nel 2012 e il suo seguito del 2017, di cui era stato direttore artistico. Prodotto dalla spagnola Core Animation Studio e distribuito da Warner Bros. Pictures, il film uscirà in sala dal 23 febbraio.
Mummie – A spasso nel tempo, la trama
Le mummie del titolo vivono in un mondo sotterraneo proprio all’altezza della Necropoli di Giza. Tutto là sotto è rimasto esattamente come all’epoca dell’antico Egitto: c’è il faraone (che nella versione inglese è doppiato da Sean Bean), sua figlia: la principessa Nefer, e ci sono le star che firmano autografi, come Thut, un ex auriga vincitore di decine di corse di carri diventato una celebrità, il suo fratellino Sekhem e Cocco, il loro adorabile cucciolo di coccodrillo domestico.
Tutto scorrerebbe in piena tranquillità, se non ci fossero il destino, il caso, o gli avvenimenti della vita tra le piramidi a metterci lo zampino. La città sotterranea viene scoperta da un archeologo senza scrupoli e assoggettato alla sua mamma (a cui ha impostato come suoneria del telefono il tema di Psyco). Nel frattempo, a causa di varie peripezie ed equivoci, Thut e Nefer diventano promessi sposi e a simboleggiarne il patto c’è un prezioso anello che Thut dovrà custodire gelosamente, altrimenti gli verrà tagliata la lingua e cavati gli occhi. Siamo pur sempre nell’antico Egitto, giustamente. Serve forse specificare che l’anello andrà perduto e dalla corsa per il suo ritrovamento sorgerà un’impensabile avventura?
In Mummie – A spasso nel tempo c’è praticamente tutto come da manuale della fiaba perfetta: il bello con la principessa, l’animaletto divertente ma geniale all’occorrenza, il bimbo dal candore coraggioso e vitale, ma c’è anche molto, molto di più. Vengono toccati tutti i temi cari a questo nostro ultimo ventennio così ammorbidito da una parte e irrigidito dall’altra. Perciò ecco che la principessa russa mentre dorme «e fa anche le puzzette», come dirà candidamente Sekhem, e vuole seguire i propri sogni staccandosi dalle tradizioni di famiglia e Thut le risponde apertamente che la supporterà in ogni decisione.

Una nota di merito va poi alle musiche, tra le quali spicca l’irresistibile Walk like an Egyptian del 1987 delle Bangles, oltre a quelle originali orecchiabili e gradevolmente coerenti con il ritmo della storia, composte da Fernando Velazquez. L’animazione e la velocità nella successione degli eventi sono ben fatti, anche quando rapidi e un po’ sbrigativi, ma tutto risulta essere funzionale all’epilogo e dà la giusta quantità di tempo per affezionarsi ai protagonisti. Mummie – A spasso nel tempo è un brioso intrattenimento animato, che regala una nota di profondità dolce e inaspettata.
