
La mano è della giovane Assia (Nina Torresi), una ragazza che coltiva il sogno di un amore impossibile per il poliziotto Matteo (Giorgo Pasotti nelle vesti inedite di un personaggio dark), un uomo misterioso di cui lei conosce solo la professione e la passione per il Rugby. Nonostante le fantasticherie di Nina, la realtà di Matteo è del tutto diversa e la ragazza avrà modo di scoprirlo in seguito ad un terribile incidente stradale: il pullman su cui la ragazza sta viaggiando esce fuori strada e si capovolge. Matteo salverà Assia dall’esplosione ma non riuscirà a tirar fuori dall’inferno di lamiere l’altra superstite, una donna incinta. 
Nottetempo è una riflessione sul caso, il destino, e gli equivoci in cui si può cadere quando si vive molto nel mondo della propria fantasia e delle proprie proiezioni. Francesco Prisco utilizza l’escamotage stilistico del vetro appannato per mostrarci il mondo interiore di Assia. In questo universo parallelo Matteo incarna l’ideale dell’uomo buono e giusto che la ama e la protegge. Il disvelamento della realtà sarà un duro colpo per lei ma le permetterà di vivere finalmente la sua vita al di fuori dei sogni.

Nottetempo è un film particolare per il panorama cinematografico italiano, non solo perché esce dal genere commedia che di questi tempi va per la maggiore, ma anche perché è un film dalla forte impronta stilistica autoriale.
Francesco Prisco lavora senza la base di una sceneggiatura solida, senza dare coerenza alla storia, concentrandosi sull’indagine delle le emozioni e della psicologia dei personaggi. Tuttavia questa mancanza di struttura, durante la visione, si fa sentire, e si ha l’impressione che uno spietato montatore abbia tagliato anche troppo lasciando in sospeso molti punti che potevano essere sviluppati.
