Planes: recensione del film di John Lasseter

Planes

Quando la ricetta di un film funziona, perché non riproporla? Magari con uno spin-off, ispirato e al tempo stesso indipendente rispetto al prodotto iniziale. È quello che ha saggiamente pensato di fare John Lasseter, che nel 2006 aveva firmato la regia e la sceneggiatura di Cars, amatissimo lungometraggio d’animazione che all’epoca si portò a casa svariate nomination (tra cui quella ai Premi Oscar, ai Golden Globe e al Premio Bafta come Miglior Film d’Animazione). Ora, Lasseter torna alla carica come produttore esecutivo dell’ultimo gioiellino Disney in 3D, Planes. Diretto questa volta da Klay Hall, veterano degli Studios, Planes racconta la storia di Dusty (in inglese, letteralmente, “polveroso”), un piccolo aereo agricolo che sogna di partecipare e vincere in una gara ad alta quota. Peccato che il simpatico velivolo è stato progettato per “sfrecciare” ad un’altezza non superiore ai 300 metri, e per di più soffre di vertigini. Chiede aiuto ad un vecchio aereo della marina, il saggio Skipper Riley, che lo prepara al gran giorno e a sfidare le sue paure.

 

Con le lunghe sequenze di volo ad altissime velocità (sono state riprodotte quelle realmente raggiungibili dagli aerei “protagonisti”, vale a dire tra i 480 e i 650 km/hr) e il leitmotiv del “potercela fare” contro tutto e tutti, anche contro la propria natura, Planes coinvolge, tenendo alta l’attenzione dello spettatore per tutti i suoi 90 minuti. Senza contare lo spirito sportivo e l’altruismo che, guidando la condotta di Dusty, si pongono come i valori chiave (tipicamente Disneyani, oseremmo aggiungere) promossi dal film e dai suoi ideatori.

L’elemento comico non manca, “incarnato” in primis dal mascherato Chupacabra, chiara ionizzazione del latin lover passionale e un tantino eccessivo nelle sue dimostrazioni d’affetto verso il gentil sesso. Irresistibile poi il personaggio minore di Franz, la macchina-aereo tedesca che soffre di uno sdoppiamento di personalità, e del camioncino Chug, amico fidato del protagonista e suo instancabile promoter nella creazione e vendita dei gadget pro-Dusty.

A prestare la voce al personaggio principale è il bravissimo e rodato Oreste Baldini (nella versione originale Dane Cook), mentre El Chupacabra ha potuto contare sulla maestria del tenore d’opera Gianluca Terranova, perfetto nella scena della serenata. Micaela Ramazzotti doppia con fare sexy e suadente Azzurra (Julia Louis-Dreyfuss), e il telecronista sportivo Gianfranco Mazzoni si diverte a impersonare Brent Mustanburger, l’automobile giornalista più famosa d’America.

Al di là dell’inevitabile tendenza verso il politically correct e l’happy ending, tanto cari quanto abusati nei cartoons della casa madre di produzione, Planes diverte e non delude le aspettative che sorgono di fronte ad un lungometraggio firmato Disney.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!