Una natura ostile e crudele, l’uomo che combatte contro di essa e in essa per sopravvivere, il coraggio, la libertà, le proprie radici da conservare e difendere. Questo e molto altro racconta Re della Terra Selvaggia (Beasts of the Southern Wild) film rivelazione del 2012 che, a un anno esatto dalla sua vittoria inaspettata al Sundance Film Festival e dopo una trionfale cavalcata attraverso i principali eventi cinematografici internazionali (vincitore tra le altre cose della Caméra d’Or  a Cannes 2012), arriverà nelle nostre sale il prossimo 7 febbraio, pronto per scoprire se le sue candidature agli Academy Awards 2013 (miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura non originale e migliore attrice protagonista) si tramuteranno in statuette.

 

In Re della Terra Selvaggia Hushpuppy è una bambina di 5 anni, che vive nella Grande Vasca con il suo papà. Il posto in cui vive è soggetto a tremende tempeste e straordinari cicloni che devastano periodicamente l’habitat naturale e allagano ripetutamente tutta la zona. Quando però il papà di Hushpuppy scopre di essere malato, decide che è tempo di istruire la figlia a sopravvivere (e a convivere) in (e con) un territorio tanto ostile quanto profondamente radicato nelle loro vite.

Re della Terra Selvaggia

Il trentenne Benh Zeitlin, regista pluripremiato al suo esordio cinematografico, racconta una storia di sopravvivenza e coraggio di chi vive veramente in condizioni di incertezza, completamente in balia della furia della natura. Zeitlin comprende pienamente la portata di ciò che ha intenzione di raccontare e sceglie la via più difficile, fuggendo dalla rappresentazione documentaristica, e approdando in un una sorta di neorealismo fantastico, non estraneo al De Sica di più alta ispirazione. La protagonista del film, la tenera Hushpuppy, interpretata dalla giovanissima Quvenzhane Wallis, è una creatura della foresta, che vive in simbiosi con il battito cardiaco degli animali che popolano il cortile della sua baracca, continuamente combattuta tra l’amore e la paura verso un padre estremamente duro, ma allo stesso tempo tanto premuroso, un uomo che potrebbe essere nient’altro che la reincarnazione del territorio stesso che attraverso la sua asprezza non manca di fornire anche sostentamento a tutti coloro che hanno il coraggio di continuare a combattere. Re della Terra SelvaggiaNel momento in cui la realtà diventa troppo difficile da affrontare, ecco che la piccola protagonista si rifugia in un sogno, in una favola archetipica che la innalza a Re della natura, capace di guidare il suo “branco” assoggettando le bestie feroci che vogliono attaccarlo. La regia di Zeitlin pervade la natura scossa da se stessa, senza mai invadere la realtà che essa ospita offrendo un ritratto che si muove in bilico tra la difficoltà della sopravvivenza e la chiara concezione che ogni essere vivente è collegato all’altro da un complesso meccanismo di causa ed effetto che non può che determinare la vita dell’uomo e la sua stessa sopravvivenza nel mondo. Il fango, l’acqua e i pesci morti non sono mai stati così densi di poesia, come quelli che Zeitlin racconta con la sua macchina da presa, accompagnando ogni momento con una colonna sonora travolgente, della quale lui stesso è autore.

 Benh Zeitlin realizza un film piccolo e prezioso, che attraverso la semplicità di sentimenti genuini e primitivi racconta l’interminabile lotta dell’uomo per la sopravvivenza, attraverso gli occhi di una bambina incantati dalla realtà.

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