Tornando a Casa per Natale è tratto da una selezione di racconti brevi dello scrittore norvegese Levi Henriksen, dal titolo Only Soft Present Under the Tree, e segue le vicende di una piccola comunità che aspetta il Natale in un’immaginaria cittadina norvegese.

Bent Hamer, regista norvegese di Kitchen Stories, ritorna al cinema con Tornando a Casa per Natale, film corale a episodi, che segue a grandi linee la struttura narrativa di Crash Contatto Fisico, o di Magnolia, e andando ancora più a ritroso, di America Oggi di Altman. A dire il vero, il primo film che viene in mente guardando Tornando a Casa per Natale è Love Actually, le storie che si intrecciano e l’atmosfera natalizia suggeriscono esattamente questa associazione, ma nel loro cuore tematico i due racconti di Natale sono molto diversi.

Il racconto di Hamer procede lento e delicato, senza sobbalzi, ma accompagnando lo spettatore in un paesaggio innevato e sospeso, quasi irreale, magistralmente incorniciato da un prologo ed un epilogo che insieme completano l’ennesima esistenza che nel film viene raccontata. Il senso di casa che nel film si tenta di costruire viene principalmente fatto veicolare attraverso l’atmosfera natalizia che forse inconsciamente aiuta la vie colazione di un tale messaggio che risulta tuttavia universalmente legato alla vita umana, senza la necessità precisa di essere collegato ad un periodo particolare dell’anno.
Tornando a Casa per Natale è un film delicato e piacevole, che lascia negli occhi e nel cuore la piacevole sensazione di aver visto qualcosa di malinconico ma dolce.
