Tornando a Casa per Natale: recensione del film

Tornando a Casa per Natale

Tornando a Casa per Natale è tratto da una selezione di racconti brevi dello scrittore norvegese Levi Henriksen, dal titolo Only Soft Present Under the Tree, e segue le vicende di una piccola comunità che aspetta il Natale in un’immaginaria cittadina norvegese.

 

Tornando a Casa per NataleDiverse le storie raccontate: ci sono i due profughi dalla Ex Yugoslavia che cercano un riparo nella neve perché lei è alle porte del parto, ricordando in maniera scontata ma romantica una situazione ben più nota dello stesso genere; c’è l’ex calciatore fallito che vuole tornare a casa; il vecchio che in solitudine aspetta il natale e la donna che sperando in una vita completa e felice prepara una serata romantica aspettando il suo amante sposato.

Bent Hamer, regista norvegese di Kitchen Stories, ritorna al cinema con Tornando a Casa per Natale, film corale a episodi, che segue a grandi linee la struttura narrativa di Crash Contatto Fisico, o di Magnolia, e andando ancora più a ritroso, di America Oggi di Altman. A dire il vero, il primo film che viene in mente guardando Tornando a Casa per Natale è Love Actually, le storie che si intrecciano e l’atmosfera natalizia suggeriscono esattamente questa associazione, ma nel loro cuore tematico i due racconti di Natale sono molto diversi.

Tornando a Casa per Natale filmIn primo luogo l’ambientazione londinese del film di Curtis si distanzia notevolmente da quella di Skogli, cittadina della Norvegia, decisamente meno trafficata e caotica, ma più romantica, in secondo luogo il tenore dei racconti vira decisamente su un tono malinconico che pervade tutto il film, lasciando allo spettatore un gusto di dolce tristezza, sensazione rara e preziosa, soprattutto da trovare al cinema. Il film racconta principalmente il senso della casa, il desiderio di avere un posto dove stare, che non sempre si risolve in un luogo fisico, ma è il più delle volte una condizione intima che si rispecchia principalmente nello stare accanto a chi si ama, che siano i figli, gli amici o l’amante restio a lasciare la sua vita coniugale.

Il racconto di Hamer procede lento e delicato, senza sobbalzi, ma accompagnando lo spettatore in un paesaggio innevato e sospeso, quasi irreale, magistralmente incorniciato da un prologo ed un epilogo che insieme completano l’ennesima esistenza che nel film viene raccontata. Il senso di casa che nel film si tenta di costruire viene principalmente fatto veicolare attraverso l’atmosfera natalizia che forse inconsciamente aiuta la vie colazione di un tale messaggio che risulta tuttavia universalmente legato alla vita umana, senza la necessità precisa di essere collegato ad un periodo particolare dell’anno.

Tornando a Casa per Natale è un film delicato e piacevole, che lascia negli occhi e nel cuore la piacevole sensazione di aver visto qualcosa di malinconico ma dolce.

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