Vendicami – recensione del film di Jhonnie To

Vendicami

Osannato come un piccolo gioiello, arriva nelle sale italiane il 30 aprile Vendicami, ultima fatica di Jhonnie To, premiato al Festival del Film Noir con il leone Nero.

 

La storia parte dal titolo, da una vendetta che perde la sua sostanza quando il vendicatore perde la memoria degli eventi che lo hanno guidato fino a metà film. Un personaggio, quello di Costello (Hollyday), che è un misto tra Alain Delon e Steven Segal, un uomo con un passato oscuro che a mala pena si intuisce e che racchiude in se una miriade di citazioni, forse involontarie, che strizzano l’occhio a tanto di quello che è già stato visto.

Vendicami – recensione del film di Jhonnie To

Al di là del tema portante della vendetta, il film di To porta avanti anche tematiche quali l’amicizia cameratesca tra il protagonista e i tre killer che, seppure parzialmente ingiustificata, aggiunge epicità ad un racconto più che altro lacunoso. I pochi spunti narrativi interessanti si perdono nelle lunghissime sequenze di sparatorie, mirabolanti operazioni balistiche che mirano ad una spettacolarizzazione fine a se stessa e che esaurisce in sé tutta la godibilità del film. Le pallottole sembrano non finire mai e non bastare mai ad uccidere, a dispetto degli schizzi abbondanti di sangue che pure sembrano senza fine.

Il lavoro del regista è stato semplicemente quello di orchestrare queste sinfonie di polvere da sparo in maniera organica e senza dubbio il risultato è armonioso nella sua sinfonia di morti e sangue. Visivamente godibile il film si fonda soprattutto sull’atmosfera stagnante delle strade, sulla claustrofobica persistenza di luoghi chiusi, sul vento minaccioso che impera su molte scene.

Più enigmatico resta il significato generale della storia, il sorriso rumoroso di Costello sul finale, l’insieme delle vite che inevitabilmente si intrecciano e l’inutilità di una vendetta senza ricordi. Un film che non manca certo di spunti interessanti ma che lascia perplessità sul legame tra le scene e sulla trama in generale, troppo farraginoso, troppo lungo.

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